L’OPTION

L’11 marzo del 1938 avvenne “l’Anschluss” , ovvero l’annessione dell’Austria al nuovo Reich tedesco. In Alto Adige la maggioranza della popolazione tedesca vide con speranza l’avvicinamento di Hitler al Brennero e quindi la possibile annessione alla Germania.

Però anche l’atteggiamento di Hitler nei confronti dei Sudtirolesi era ostile. Al dittatore tedesco interessava principalmente ottenere l’appoggio di Mussolini, come alleato e dichiarò solennemente che non avrebbe oltrepassato, con le sue truppe, il confine naturale del Brennero. Di conseguenza egli rinunciava a qualsiasi rivendicazione sull’ex Tirolo del sud dando credito alle aspettative nazionalistiche italiane per una definitiva soluzione del problema delle minoranze linguistiche in Italia.
Il 23 giugno del 1939 venne firmato a Berlino nel comando generale delle SS l’accordo riguardante il trasferimento dei Sudtirolesi nel Reich. Questo consisteva nella “libera” possibilità di scegliere (optare) entro il 31/12/39 se rimanere nell’Italia fascista con l’obbligo di essere fedeli al Duce o di espatriare nella Germania nazista.

Il 29 giugno la notizia divenne pubblica e un’ondata di costernazione invase la regione. Gli uomini raggruppati intorno l’ “Unione tedesca” e il gruppo di lotta popolare sudtirolese (VKS) erano d’accordo nel rifiutare l’opzione. Il 22 luglio il VKS però cambiò opinione per quanto riguardava l’opzione.

La popolazione fu percorsa da due grandi correnti: i “Dableiber” e gli “Optanti”.

I “Dableiber” erano coloro che volevano rimanere fedeli alla propria patria, invece quelli che volevano essere trasferiti nel “Terzo Reich” erano gli “Optanti”.

La propaganda pro e contro le opzioni era intensa. I favorevoli all’espatrio intimidivano quelli che volevano restare nella loro terra con il terrore, spargendo la voce di un possibile insediamento nelle colonie italiane in Africa o in Sicilia, qualora avevano optato per rimanere in Italia. Taluni ritennero le opzioni una specie di consultazione popolare ostile all’Italia. Alcuni, per rimanere nel loro territorio facevano riferimento ai vincoli fra viventi e cari deceduti che riposavano nei cimiteri, alla meraviglia della primavera sudtirolese che rappresentava il duro e irripetibile lavoro degli avi. I rossi gerani in fiore che in Tirolo secondo la tradizione abbelliscono le finestre e i balconi delle case, e che sono chiamati “amore ardente” (brennende Liebe), simboleggiavano il vincolo con la propria terra che non si poteva abbandonare.


Molti scelsero l’emigrazione, ma altri rimasero nella propria patria. Lo scopo principale di Mussolini era quello di liberarsi soprattutto della borghesia e degli intellettuali. Un piccolo gruppo di persone dell’Unione tedesca” di cui faceva parte il canonico Michael Gamper “lottò, contro l’option. Anche la maggioranza del clero ed un gruppo di giovani si pronunciarono contro.

Col 31/12/39 era scaduto il termine per le opzioni: 166.488 altoatesini avevano optato per la Germania mentre 63017 persone erano opposte.
Coloro che avevano dichiarato l’intenzione di rimanere nella loro terra vennero sottoposti a gravi manifestazioni di ostilità ed intolleranza anche dagli stessi familiari.

Il 1 settembre 1939 era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale. L’Italia, in quanto alleata a Hitler, entro anche lei nel conflitto, ma nell’anno seguente.

A causa del proseguimento delle azioni militari da parte degli Alleati, con continui bombardamenti sulle reti di comunicazione, solo 75.000 persone effettive espatriarono: dapprima i non sposati e i più poveri, poi gli artigiani e molti contadini con famiglie numerose, partendo con tutto ciò che era consentito loro portare via, insediandosi prevalentemente nel Vorarlberg.

Solamente una minima parte degli optanti ritornarono in Alto Adige dopo la fine della guerra.

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