GENERALITÀ SUI SISTEMI OPERATIVI
Un sistema operativo è un insieme di programmi che corredano l’elaboratore, gestendone le risorse hardware e software. Controlla l’esecuzione dei lavori degli utenti e permette l’efficiente utilizzazione delle risorse dell’elaboratore; per risorse s’intendono i dispositivi hardware e software che concorrono all’elaborazione dell’informazione.
Esso realizza una duplice funzionalità: costituisce un’interfaccia tra la macchina e l’utente (supporto per l’utente) e gestisce in modo ottimale le risorse del sistema (supporto per l’efficienza dell’elaboratore).
Una precisazione va fatta sui termini sistema operativo e software di base, che comunemente vengono usati come sinonimi, anche se esiste una certa differenza. Il sistema operativo è l’insieme dei programmi necessari al funzionamento della macchina; il software di base rappresenta tutto il corredo di software di cui un computer può essere dotato, comprendendo in particolare il sistema operativo stesso.
La funzione principale del sistema operativo è la gestione delle risorse di cui il sistema dispone. Il sistema operativo coordina le varie operazioni, stabilisce le priorità quando vi sono più richieste, sfrutta nel modo migliore le risorse. L’utente ha così l’impressione di avere la macchina a sua completa disposizione, anche se collegata in rete ed è sicuro di trovare la propria stampa anche se altri usano la stampante. Il compito del sistema operativo è quindi quello di portare la macchina all’utente, permettendo a questo di usarla in modo semplice, sicuro ed efficiente.
La funzione di interfaccia tra la macchina e l’utente è realizzata tramite una visione astratta delle risorse, non basata sul loro funzionamento ma sullo scopo che perseguono. Ad esempio, è possibile vedere graficamente le directory come “cartelle” e anziché impartire comandi o tenere a memoria la struttura dei file nel disco, è possibile sfogliare con il mouse uno schedario virtuale. L’ultima tendenza in campo di sistemi operativi è la visualizzazione delle risorse come elementi web: le proprie risorse possono essere visualizzate, attivate o manipolate come pagine HTML e il link che in Internet collega due documenti, può diventare l’accesso a un drive o a un servizio.
Un sistema operativo si compone di due insiemi di istruzioni: i comandi interni, che rimangono in memoria dopo il caricamento (boot) che segue l’accensione, e i comandi esterni, che vengono caricati solo all’occorrenza su richiesta dell’utente.
Il modo di operare di un sistema definisce i seguenti tipi di elaborazione:
-
elaborazione a lotti (batch processing): più lavori vengono raccolti e presentati al sistema che li elabora in sequenza e ne fornisce i risultati relativi. Sono esempi il calcolo degli stipendi mensili del personale di un’azienda, l’elaborazione di dati sperimentali raccolti per un certo periodo.
-
elaborazione in tempo reale (real time processing): i dati su cui operano i programmi per ottenere risultati arrivano ininterrottamente e vengono elaborati istantaneamente influenzando eventualmente elaborazioni successive. Un esempio è il sistema di prenotazioni dei posti su linee aeree; la singola prenotazione infatti deve essere registrata dal sistema all’atto della richiesta in modo da poter fornire un quadro aggiornato dell’occupazione dei posti. Altri esempi sono il controllo dei processi industriali, il controllo delle traiettorie missilistiche, la gestione dei conti correnti bancari.
-
elaborazione in multi programmazione (multiprogramming): più lavori possono essere eseguiti contemporaneamente la CPU può eseguire una alla volta nel tempo istruzioni di job diversi permettendone uno sviluppo contemporanero senza dover attendere il completamento di un lavoro prima di iniziarne un altro.
-
multielaborazione (multiprocessing): più lavori vengono elaborati simultaneamente mediante duplicazione di unità. Ad esempio più unità centrali possono operare in parallelo.
-
divisione di tempo (time sharing): il tempo di CPU è ripartito fra più utenti; più lavori possono essere elaborati simultaneamente ed ogni utente avrà la sensazione di essere l’unico utilizzatore del sistema. Il funzionamento in time sharing differisce dalla multiprogrammazione per il fatto che l’elaborazione rimane sempre sotto il controllo dell’utente e quindi esiste un colloquio utente-elaboratore, cioè c’è un rapporto interattivo o conversazionale.
-
modo interattivo: viene stabilito tra l’utente e il sistema un colloquio tramite unità di accesso che generalmente consiste in un terminale video con tastiera; con l’interattività ad esempio è possibile verificare istantaneamente la validità sintattica delle frasi del programma e provvedere immediatamente alla loro eventuale correzione.
Per quanto riguarda il tipo di accesso permesso all’utente al sistema di elaborazione possiamo distinguere in:
-
accesso locale dei lavori: l’utente può accedere alle classiche unità di input-output poste nello stesso ambiente del sistema di elaborazione;
-
accesso remoto: i lavori giungono al sistema da stazioni remote collegate.
I SISTEMI OPERATIVI PIÙ DIFFUSI
Segue una breve descrizione dei sistemi operativi attualmente più conosciuti e che saranno probabilmente nella scena informatica dei prossimi anni.
DOS
Il Disk Operating System più diffuso è certamente
l’MS-DOS della Microsoft, ma è giusto ricordare anche il
DR-DOS della Digital Research, (peraltro compatibile con
l’MS-DOS) e il PC-DOS della IBM (su licenza della
Microsoft).
L’MS-DOS è stato progettato e sviluppato per lavorare con
i microprocessori (8088-8086) Intel montati dalla IBM sui
primi personal computer agli inizi degli anni Ottanta. Con
il passare del tempo, questo sistema è diventato un grande
standard di mercato, sia per l’nterfaccia sia per la
compatibilità hardware. Dell’MS-DOS sono state
commercializzate diverse versioni, l’ultima delle quali è
la 7.0 implementata in Windows 95. L’MS-DOS è nato ed è
rimasto un sistema operativo monoutente, ovvero non è in
grado di gestire autonomamente due computer collegati tra
loro; con specifici software è però in grado di gestire la
multiutenza (reti locali). Il sistema operativo MS-DOS è
compatibile con le piattaforme basate sui microprocessori
Intel (famiglie 80×86 e Pentium) e sui
microprocessori Intel compatibili fabbricati da altri
produttori (AMD, Cyrix, IBM, ecc.).
I microprocessori a tecnologia RISC non supportano il DOS
e quindi neanche i programmi sviluppati per esso, che
costituiscono la maggioranza delle applicazioni sul
mercato.
UNIX
E’ un sistema operativo multiutente e multitasking (in
grado cioè di gestire contemporaneamente diversi programmi
che possono essere visualizzati sullo schermo).
Esistono differenti versioni di UNIX, ognuna con diverse
caratteristiche a seconda del produttore. Tuttavia, sono
nate varie associazioni e consorzi con lo scopo di creare
uno standard (complicando però ulteriormente la
scena).
Unix è il sistema operativo più aperto e portatile tra
quelli esistenti perché, semplicemente apportando, se
necessarie, alcune modifiche, è in grado di gestire
piattaforme diverse (dal mainframe al PC), nonché di
essere utilizzato su computer basati su microprocessori
con diverse tecnologie costruttive. A parte alcune
versioni, come lo AIX o l’A/UX, che possono essere
eseguite solo su macchine IBM e APPLE, il UNIX può
lavorare in computer di tutte le marche che montano
microprocessori MIPS R3000, MIPS R4000, MOTOROLA
680×0, INTEL 80×86 e compatibili (AMD, Cyrix,
IBM, ecc.).
Tra le tante esistenti, le versioni del consorzio OSF
(OSF1 e OSF2), della Digital (ULTRIX), della Novell
(UNIXWARE) e del consorzio UI (USL SVR4).
Il Linux è la versione freeware molto potente di UNIX, che è scaricabile gratuitamente da Internet o acquistabile, a prezzo simbolico, su CD-ROM. Linux è un prodotto realizzato a livello universitario, dotato di un proprio file system proprietario (Ext2fs), ma con ampio supporto per qualsiasi altro file system (UNIX, DOS, Windows 95, NT, OS/2) e per una vasta quantità di hardware. L’interfaccia grafica si chiama x Window, per la quale esistono diverse alternative di desktop manager. L’emulazione IBCS permette di eseguire qualsiasi applicativo per Solaris, SCO, UnixWare, Xenix e qualsiasi versione standard di UNIX. E’ prevista l’emulazione per DOS e Windows. Non mancano poi le applicazioni native, come un’apposita versione del Netscape Navigator per l’ambiente x Window. Il sistema è costantemente aggiornato da sviluppatori delle più rinomate università del mondo (il codice sorgente è infatti pubblico) e può costituire una valida soluzione che non ha niente da invidiare alle implementazioni commerciali di UNIX.
OS/2
L’OS/2 è frutto di un’intesa tra MS e IBM, per le
piattaforme basate sui processori INTEL e
compatibili.
La prima versione risale al 1987 e fu il primo sistema
operativo multitasking e multiutente. Due anni più tardi
uscì la versione 1.3, l’ultima sviluppata congiuntamente
da IBM e Microsoft. OS/2 era praticamente una scelta
d’obbligo per coloro che, non volendo rivolgersi a UNIX,
cercavano le prestazioni di un vero sistema operativo a 32
bit anche su piattaforme Intel.
Con l’evoluzione dei microprocessori, che introducevano
nuove funzioni e metodi di lavoro si è reso necessario un
sistema operativo multitasking (ma monoutente) che ne
sfruttasse la potenzialità in continua espansione. Nasce
così l’OS/2 che può essere implementato con altro software
per gestire la multiutenza. Le versioni fino alle 2.0 non
erano compatibili con i prodotti per MS-DOS: questi non
potevano essere letti ed eseguiti in ambiente OS/2. La
versione 2.0 permette invece di leggere ed eseguire
programmi specifici per MS-DOS.
Nel frattempo si è rotto l’accordo tra MS e IBM e l’OS/2 è diventato proprietà di quest’ultima. La versione successiva uscirà solo nella primavera del 1992, con modifiche radicali nell’interfaccia utente: OS/2 2.0. Il Presentation Manager è un passo avanti rispetto al Program Manager (identico a quello di Windows) presente in OS/2 1.3. Windows 95 attinge diversi elementi dal Presentation Manager: dal menu contestuale accessibile tramite il pulsante destro del mouse, all’impiego dei collegamenti per richiamare i vari documenti e programmi. OS/2 non gode di una particolare diffussione; tra gli aspetti che hanno inciso di più sullo scarso entusiasmo per il prodotto è soprattutto la carenza di tool di sviluppo.
WINDOWS
E’ considerato un sistema operativo ma in realtà è un
ambiente operativo. Infatti, funziona solo se nel computer
è presente il DOS come sistema operativo, al quale si
appoggia e fa chiamate per svolgere molte delle sue
funzioni interne. Si tratta di una specie di
“guscio” intorno al DOS del quale ha bisogno
per poter essere eseguito. Rappresenta una semplificazione
del modo di lavorare con quest’ultimo, essendo dotato di
finestre che permettono all’utente di operare in un
ambiente più intuitivo e piacevole. Attraverso il mouse è
possibile manipolare le risorse, astratte mediante icone,
che rappresentano graficamente la loro funzione (che
diventa così fortemente intuitiva). Inoltre, WINDOWS ha
portato la possibilità di operare in multitasking anche su
una piattaforma DOS. Prodotto dalla Microsoft negli anni
Ottanta, riuscirà ad imporsi sul mercato solo con la
versione 3.1, dieci anni dopo.
La versione successiva alla 3.1 è Windows 3.11 for
Workgroup, studiata per ottimizzare il lavoro di gruppo
anche attraverso reti di computer.
Windows diventa così uno standard mondiale per computer con microprocessori Intel compatibili.
WINDOWS 9x E NT
Windows 95 prende il nome dall’anno di
commercializzazione e porta ad un radicale cambiamento del
modo di lavorare con il personal. Innanzitutto è un vero e
proprio sistema operativo, anche se è ancora compatibile
con il DOS (incorpora la versione 7.0 dell’MS-DOS).
Windows 9x (come si indicano le versioni 95 e 98) ha
puntato molto alla multimedialità e alla telematica, ha
una grafica molto curata, il modo di operare e
l’intuitività sembrano essere stati resi ancora più
pratici.
L’interfaccia utente (parte integrante del sistema
operativo che accetta le istruzioni dell’utente e le
traduce in comandi comprensibili dalla macchina), é
fortemente orientata alla grafica: permette di
visualizzare le varie operazioni in icone, ovvero immagini
il cui significato dovrebbe ricordare l’azione da
compiere. Nel desktop (scrivania) si possono trovare i
documenti e i programmi con i quali lavorare e il software
per l’eventuale collegamento in Internet o nella rete
locale. Il desktop è costituito da uno sfondo sul quale si
trovano le icone che rappresentano gli oggetti
(normalmente posizionata in basso c’è la barra delle
applicazioni, ma è trasportabile su tutti e 4 i lati) che
riporta pulsanti per l’avvio rapido delle applicazioni e
altre informazioni, come l’ora di sistema. In basso a
sinistra della barra c’è il pulsante start, che consente
di accedere alle voci di un menu per avviare le
applicazioni o modificare le impostazioni di sistema.
Windows 9x funziona in piattaforme Intel compatibili, ma
esiste una soluzione Microsoft per macchine il cui cuore
non sia il silicio della società di Santa Clara.
Il prodotto è Windows NT (New Technology), sistema
operativo multitasking e multiutente. Per funzionare però,
ha bisogno di requisiti di sistema piuttosto elevati:
microprocessori veloci e tanta RAM installata. Funziona in
piattaforme Intel compatibili, Alpha e alcuni RISC; è
compatibile con MS-DOS, con alcune versioni di UNIX,
nonché con UNIX in standard POSIX.
L’EVOLUZIONE DEI SISTEMI OPERATIVI
I primi elaboratori degli anni Quaranta erano macchine di enormi dimensioni, con una capacità di elaborazione che se rapportata ad oggi, fa sorridere. All’epoca erano però lo stato dell’arte della tecnologia e permettevano di automatizzare i lavori d’ufficio. In macchine così complesse, già era complicata la programmazione, figuriamoci la gestione delle risorse. Non esisteva un sistema operativo in grado di coordinare gli eventi: tecnici altamente specializzati, gli operatori, intervenivano direttamente sulle componenti fisiche della macchina per poter fare avanzare il lavoro. Una prima rudimentale forma di sistema operativo è data dall’introduzione del monitor o supervisore, un sequenzializzatore automatico che permette il trasferimento dell’elaborazione da un lavoro all’altro senza bisogno dell’intervento diretto dell’operatore. Il funzionamento di simili computer è detto “a programma singolo”: il software di base è costituito solo da semplici istruzioni atte a svolgere le funzioni essenziali, come la gestione delle periferiche di input/output. L’uso della macchina è permesso ad un solo programmatore alla volta.
Negli anni Cinquanta vennero introdotti i linguaggi di programmazione, come il FORTRAN. Aumenta così il numero dei programmatori, quindi degli utenti, quindi le elaborazioni necessarie. Le varie risorse delle macchine hanno differente velocità di lavoro: si pensi alla stampante, che con il suo movimento meccanico è certamente meno veloce del processore, che deve attendere che la stampa finisca per poter riprendere l’elaborazione. Si è cercato così di ridurre i tempi morti, delineando il concetto di parallelismo: mentre vengono stampati dei dati, il processore può nel frattempo eseguire un altro lavoro. Si parla quindi di elaborazione batch per indicare che in un unico lotto viene richiesta alla macchina l’esecuzione di più lavori, che comunque vengono serviti singolarmente. Il batch monitor, ovvero il programma che sfrutta tale parallelismo tra risorse, diventa così il primo vero sistema operativo, in grado di gestire in modo ottimizzato le risorse e di permettere agli utenti di velocizzare il proprio lavoro.
A cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta il sistema operativo subisce sostanziali modifiche; in particolare, nascono due nuovi termini. L’interattività indica un uso conversazionale e diretto della macchina; il time sharing è la condivisione delle risorse tra più utenti. Queste due funzionalità sono state introdotte col crescere dell’esigenza degli utenti, che volevano elaboratori con prestazioni sofisticate ma a prezzi contenuti. L’elaboratore permette di interagire con il processo durante la sua stessa esecuzione, mentre permette la distribuzione nel tempo dei propri servizi. In questo modo, è sempre più vicina la definizione di sistema operativo.
Gli anni Sessanta si chiudono con un problema, che si delinea con una sempre più grande chiarezza: i programmatori (come del resto succede ancora oggi) non riescono a mantenersi al passo con la tecnologia). Il software viene prodotto a costi elevati e sfruttato in modo non adeguato; si parla in questo caso di crisi del software: i sistemi operativi sono troppo complicati, difficili da gestire e con prestazioni che non giustificano i costi.
Negli anni Settanta si cerca una soluzione al problema, sia sul versante del software che su quello dell’hardware. Il software diventa meno complicato, perché diventa specifico per la singola macchina e non per un grande elaboratore, che richiede una gestione più complessa. Non si dimentichi infatti che le capacità delle grandi unità di elaborazione centrali vennero raggiunte e sorpassate da nuove macchine, più agili, più flessibili e meno costose. Dal supercomputer che gestiva l’intero sistema informativo, si passa all’uso di tante macchine indipendenti, assegnate ciascuna ad un utente. Il punto più significativodi questa importante rivoluzione tecnologica è dato dall’introduzione del personal computer nei primi anni Ottanta.
Negli anni Ottanta avvenne quindi un forte decentramento nella gestione delle informazioni: si sviluppano le reti e le macchine hanno la possibilità di colloquiare tra di loro. Ci sono ancora discussioni sulla scelta del passaggio dai grossi sistemi centralizzati ad altri distribuiti. La direzione verso le reti di computer ha infatti comportato notevoli problemi di gestione ed è dovuto aumentare l’impegno per la compatibilità dei prodotti, per la standardizzazione dei sistemi operativi, per software sempre più semplici e user-friendly, ovvero di tipo colloquiale. Ulteriori funzionalità che sono state aggiunte ai sistemi operativi sono quelle per la gestione delle risorse delle macchine concorrenti (o parallele). Queste sono in grado di portare avanti contemporaneamente due lavori, sfruttando il parallelismo esistente tra risorse multiple. Grazie alla duplicazione delle risorse, ciascuna delle quali è in grado di eseguire autonomamente un lavoro, si ottiene un parallelismo reale e non virtuale. Quest’ultimo metodo è tipico dei sistemi time-sharing, dove un servizio è a disposizione di più processi che però non avanzano contemporaneamente, ma a turno in base a periodi di tempo prefissati.
Negli anni Novanta abbiamo assistito ad un crescente miglioramento dei sistemi operativi e finalmente si può dire che il versante del software sembra aver raggiunto quello dell’hardware: i sistemi operativi sfruttano le nuove istruzioni dei microprocessori, sono compatibili con tutto l’hardware disponibile e rendono il lavoro molto più facile ed efficiente. Lo standard, per non dire il monopolio, di fatto è della MicroSoft, mentre in minori settori di mercato sono coinvolti altri sistemi, come il MAC OS per il Macintosh e il Linux (è una versione di Unix gratuita e semplice da usare ed è l’unico sistema operativo che, secondo le previsioni, si diffonderà ulteriormente, ponendosi come unico rivale di Windows). Gli analisti prevedono che con il nuovo Windows 2000 il software MS sarà presente in oltre il 90% delle piattaforme personal, Linux manterrà il suo trend positivo mentre gli altri sistemi operativi spariranno in breve tempo. Il sistema operativo a finestra di Bill Gates viene fortemente criticato perché instabile. In effetti, le versioni di Windows sono sempre state caratterizzate da errori, imperfezioni, malfunzionamenti e blocchi improvvisi. Ciò è dovuto da una parte all’estrema complessità del prodotto, che deve essere compatibile con un mercato di hardware e software veramente sterminato; dall’altra parte deve rendere possibile l’esecuzione di applicazioni per MS-DOS e per Windows a 16 bit. Le ultime versioni, infatti, 95 e 98, sarebbero dovute essere sistemi operativi a 32 bit, ma parte di questo “cuore” è stata sacrificata per mantenere la compatibilità con i programmi a 16 bit. Per questo, è da tempo che esiste sul mercato la versione NT di Windows. Rappresenta una specie di passo indietro: il sistema è stato riscritto, adottando una nuova tecnologia (NT) e per ora è consigliato al mondo aziendale e per le reti di computer (un utente di personal, può rinunciare alla sicurezza e alla stabilità, ma non alla completa compatibilità con hardware e software).
Il nuovo millennio della storia dei sistemi operativi sarà probabilmente segnato dall’uscita di Windows (guarda caso) 2000. Unirà le caratteristiche della serie NT, dotata di un potente motore di sistema, e dalla serie di “personal” (3.x, 95, 98), dotata di un’interfaccia utente veramente intuitiva e colloquiale. Un moderno sistema operativo è quindi perfettamente aderente alla definizione: costituisce un’interfaccia tra la macchina e l’utente, (rendendo quest’ultimo in grado di operare in modo semplice, efficiente e sicuro) e gestisce in modo ottimale le risorse, sfruttando il parallelismo esistente tra i vari sottoinsiemi e le ultime innovazioni tecnologiche.
LE VERSIONI DEL DOS
Dalla sua prima uscita, nel 1981, ad oggi, l’MS-DOS ha subito un’evoluzione profonda, concretizzata nelle diverse versioni rilasciate dalla Microsoft. Gli arricchimenti hanno riguardato in particolare i due compiti principali del sistema operativo: la gestione dell’interfaccia utente e la gestione delle risorse.
Entrambe sono state fortemente influenzate nel corso degli anni sia dal progresso tecnologico, sia dall’evoluzione delle teorie di gestione. I personal, ai quali l’MS-DOS si rivolge, pur conservando le loro caratteristiche di base, in un decennio sono cambiati profondamente. Si sono arricchiti di nuovi dispositivi come il disco fisso, che in principio non era previsto, le memorie e i processori sono diventati a ritmo vertiginoso sempre più veloci e il personal si è dovuto adattare ad interfacciarsi con le strumentazioni più disparate. La riduzione dei prezzi e l’aumento delle prestazioni ha permesso la diffusione del PC nelle case di una massa sterminata di utenti. Per questo, se un sistema deve essere accessibile ad un vasto pubblico, spesso digiuno anche delle minime nozioni informatiche, è necessaria un’interfaccia evoluta e semplice, ma contemporaneamente anche in grado di sfruttare le potenti risorse dei nuovi PC.
E’ il 1980, l’IBM deve lanciare sul mercato il suo primo personal computer e deve intraprendere una scelta difficile: quale sistema operativo dovranno implementare le nuove macchine?
A quel tempo, il CP/M (Control Program/Monitor) della Digital Research era praticamente lo standard: altre soluzioni potevano essere date dal BASIC, se completo di funzioni per la gestione dei dischi o da qualche altro sistema operativo proprietario.
La decisione cadde proprio su quest’ultima possibilità e IBM contattò una piccola società, la Microsoft di Bill Gates e Paul Allen, per la fornitura di un sistema operativo che avrebbe dovuto essere adoperato sui PC.
La Microsoft aveva sviluppato il Microsoft Basic e lo vendeva su nastri perforati o su dischetti a primi hobbisti di microcomputer.
Gates non aveva un sistema operativo per 8086 da vendere, ma si rivolse ad un’altra piccola società (la Seattle Computer Products) per ottenere una licenza del suo 86-DOS. Paul Allen, nell’ottobre 1980, ottenne i diritti del sistema 86-DOS a meno di 100 mila dollari. Il sistema, scritto da Tim Peterson, consisteva in circa 4 mila linee di codice assembler ed era una versione a 16 bit del CP/M.
L’accordo tra Seattle Computer e Microsoft e Microsoft fu siglato nel luglio 1981 e l’”IBM PC-DOS 1.0″ era pronto così per cavalcare con il personal una nuova rivoluzione informatica. Oltre a modifiche della Microsoft, l’86-DOS venne sottoposto ad un approfondito programma di controllo della qualità della IBM, che ne riscrisse alcune parti. Per questo, sul PC-DOS i diritti sono sia di IBM che di Microsoft.
Il PC-DOS è il sistema operativo per i personal computer IBM. La Microsoft darà però in licenza il software anche ad altri produttori hardware (i cosiddetti IBM PC compatibili), con il nome di MS-DOS. Verranno così commercializzate versioni di PC-DOS (per macchine IBM) e di MS-DOS (per macchine di altri produttori), quasi completamente identiche.
Dal maggio 1982 fu disponibile la prima versione del sistema operativo licenziata anche ad altri produttori: si trattava dell’MS-DOS 1.25 (PC-DOS 1.1), con il supporto per dischetti double-sided da 320 Kb.
Nel marzo 1983 la Microsoft annuncia l’MS-DOS 2.0 (PC-DOS 2.0): è la prima versione completamente scritta dalla società di Gates; viene abbandonato il CP/M e viene introdotto il supporto di dischi fissi da 10 Mb che possono essere controllati anche attraverso un sistema gerarchico (ispirato al UNIX) di directory e sottodirectory.
Con le versioni 2.1 (PC-DOS 2.1 nell’ottobre 1983, MS-DOS 2.1 nel marzo 1984) e 2.11 viene introdotto il supporto internazionale, permettendo le conversioni nelle differenti lingue e formati di data.
La versione 3.0 (PC-DOS 3.0 nell’agosto 1984, MS-DOS 3.0 nell’ottobre 1984) permetteva di sfruttare le istruzioni evolute dall’80286. Permette inoltre il supporto di dischi fissi più grandi di 10 Mb, dei floppy da 1.2 Mb per i PC/AT, della FAT a 16 bit. Include nuove chiamate di sistema e nuovi programmi esterni.
Vengono commercializzate le versioni 3.1 (novembre 1984: supporto per reti Microsoft), 3.2 (gennaio 1986: supporto per floppy da 720 Kb) e 3.25.
La versione 3.3 (PC-DOS 3.3 nell’aprile 1987, MS-DOS nell’agosto 1987) fu il primo DOS compatibile con le istruzioni avanzate del microprocessore 80386 (modalità protetta compresa). Venne annunciato per la serie di personal IBM PS/2, al costo di 120 dollari. Tra le nuove caratteristiche, il supporto per i floppy da 1.44 Mb , per le partizioni multiple dei dischi fissi, per il clock CMOS degli AT. Nel novembre 1987, MS-DOS 3.31 permette il supporto di drive più grandi di 32 Mb.
Nel 1988 la Digital Research trasformò il CP/M in DR-DOS.
Nello stesso anno, venne commercializzata la versione 4.0 del DOS (PC-DOS 4.0 nel luglio 1988, MS-DOS 4.0 nel giugno 1988), che introdusse la Shell: un’interfaccia grafica attraverso la quale l’utente può impartire ordini al sistema non più tramite i comandi, dei quali è necessario conoscere formato e sintassi, ma mediante la scelta di opzioni. La gestione del colloquio utente-macchina è migliorata: mentre il prompt consentiva solo l’esecuzione dei comandi noti, il menu consente anche di esplorare comandi sconosciuti, sui quali è possibile avere informazioni grazie all’help in linea. Tra le funzioni più interessanti di tale interfaccia c’è il Task Manager, che permette la sospensione e l’attivazione di programmi (task). Il multitasking è simulato, (dato che MS-DOS 5.0 mantiene la compatibilità con i vecchi XT ?, ovvero con i microprocessori 8086 e 8088), ma può essere comodo passare ad eseguire un programma dopo averne congelato altri in corso di esecuzione. Attraverso l’azione detta swapping, viene copiata la situazione della memoria utilizzata dal programma e riversata su disco, per ottenere così memoria libera e pronta per essere utilizzata da altre applicazioni. Non si tratta di un vero multitasking, in quanto è solo su richiesta dell’utente che il sistema consente di attivare, congelare o terminare un task; tuttavia poter passare da un’applicazione all’altra senza dover entrare e uscire da esse, senza interrompere il lavoro che si sta svolgendo, è senz’altro un notevole vantaggio. Venne ufficialmente superato il limite dei 32 Mb delle partizioni logiche e viene supportata l’EMS. La versione 4.01, rilasciata nel novembre 1988 sarà disponibile per il mercato nell’aprile 1990.
Nel maggio 1990 il DR-DOS raggiunge quota 5.0.
Nel giugno 1991 è la volta dell’MS-DOS 5.0, con il quale è possibile gestire l’XMS, ovvero la porzione di RAM superiore al Mb (tramite il nuovo driver Himem.sys). Supporta più di 8 dischi fissi e i floppi da 2.88 Mb. Comprende una serie di utilità per aumentare la sicurezza nella gestione dei dati. È possibile recuperare un file erroneamente cancellato (se non è stato intanto sovrascritto da un altro) e ripristinare i dati di un disco formattato accidentalmente (i comandi sono UnDelete e UnFormat). Il vecchio GW-BASIC è stato sostituito dal nuovo e più potente QBASIC; l’editor del sistema è stato sostituito e al posto del vecchio Edlin ? si utilizza l’editor del QBASIC (Edit).
Il DR-DOS versione 6.0 viene rilasciato dalla Digital Research nel settembre 1991 al prezzo di 100 dollari.
Nel marzo 1993 arriva l’MS-DOS 6.0, includendo il sistema di compressione dischi DoubleSpace. Nei primi 40 giorni, verranno vendute più di un milione di copie del sistema. Il software DoubleSpace non era di proprietà della Microsoft, che ha dovuto correre ai ripari: nel novembre 1993 esce l’MS-DOS 6.2, nel febbraio 1994 l’MS-DOS 6.21, senza il compressore. Nel giugno dello stesso anno, l’MS-DOS 6.22 incorpora nuovamente il compattatore di dischi, sotto il nome di DriveSpace.
Intanto l’IBM rilascia nell’aprile 1994 il PC-DOS 6.3 e nell’aprile 1995 il PC-DOS 7.0 con un compressore di dati incorporato (lo Stacker della Stac Electronics).
Nell’agosto 1995 venne incorporato l’MS-DOS 7.0 in Windows 95, realizzando per la prima volta un DOS a 32 bit. Ma è chiaro che il DOS si sta avviando ad una morte lenta.
Le versioni di
Microsoft Corporation iniziò lo sviluppo di Windows, che allora si chiamava Interface Manager, nel settembre 1981, mentre la Apple rilasciava già un sistema operativo grafico per il suo Lisa (il precursore dei Macintosh).
>L’annuncio ufficiale venne dato nel novembre 1983, promettendo un’interfaccia facile da usare, con il supporto del multitasking. Il rilascio fu però posticipato diverse volte e solo dopo due anni di attesa la prima versione, la 1.0, fu disponibile sul mercato. Le applicazioni disponibili erano così poche che MS incassò un duro colpo.
Negli anni successivi furono studiati miglioramenti che potessero rendere ancor più interessante il prodotto, e fu necessario includere dei driver che consentissero di utilizzare differenti tipi di hardware (monitor, stampanti, ecc.).
Il primo passo venne compiuto nel novembre 1987, con la commercializzazione della versione 2.0. I miglioramenti riguardarono essenzialmente l’interfaccia grafica e consistettero in una gestione ottimizzata delle finestre (che potevano persino sovrapporsi le une sulle altre) e nel cambiamento dell’uso della tastiera e del mouse per l’iterazione con menu e finestre di dialogo. Le risorse sulle quali operare vengono ora rappresentate da simboli grafici, le icone, che possono essere attivate o manipolate con il mouse.
Gli elementi introdotti dal sistema operativo non erano certo novità sulle piattaforme Macintosh della Apple Computer, ma nei PC, Windows 2.0 portò una vera e propria rivoluzione, cambiando il modo di lavorare con il personal. Windows, con la sua interfaccia grafica intuitiva, introduce il concetto di interattività: è possibile indicare al computer le azioni da eseguire scegliendole, attraverso un menu, da una lista di possibilità, al contrario di quanto succedeva con il DOS, dove, per impartire comandi da un prompt per mezzo della tastiera, erano richiesti la conoscenza di concetti di informatica e di un linguaggio specifico di comandi.
Per professionisti o neofiti del computer, la GUI (Graphic User Interface, interfaccia grafica) rese possibile la semplice esecuzione di operazioni altrimenti complesse, facilitando l’immissione di comandi e rendendo più piacevole passare diverse ore davanti ad un computer.
Verso la fine del 1987, la Microsoft rilasciò Windows /386, una variante che permetteva di trarre vantaggio dall’allora nuovo processore Intel 80386. Al momento del rilascio, il nome della versione precedente fu cambiato, per coerenza, da 2.0 a Windows /286 (a sinistra una schermata).
La versione 386, mentre manteneva inalterate le funzioni della versione 286 per l’esecuzione di applicazioni Windows, permetteva di eseguire simultaneamente nella memoria estesa applicazioni DOS.
Nel 1989 il successo del sistema operativo venne
ufficializzato dalla IBM, che approvò ufficialmente il
prodotto.
Da questo momento, lo sviluppo di Windows non conoscerà
più ostacoli.
Nel maggio 1990 venne lanciato Windows 3.0 con una campagna pubblicitaria da dieci milioni di dollari. Il sistema era studiato per massimizzare la produttività. I miglioramenti infatti riguardarono le prestazioni ottenibili: dalle limitate operazioni di multitasking cooperativo possibili con la modalità reale del microprocessore 8086, supportato dalla versione 2.0, con la modalità di lavoro 386 della versione 3.0 fu possibile trarre i vantaggi del processore, pur mantenendo la possibilità di lavoro con le macchine basate sul microprocessore 286.
Nella versione 3.0, infatti, Windows poteva funzionare
secondo varie modalità:
Modalità reale: per computer con microprocessori Intel
8086 o 8088 (o superiori) e una gestione di memoria
convenzionale pari a 640kb.
Modalità standard: consente di accedere alla memoria
estesa e di alternare tra applicazioni non Windows.
Requisiti: computer con microprocessore Intel 80286 (o
superiori) e 1 Mb o più di memoria (640kb di memoria
convenzionale e 256kb di memoria estesa).
Modalità 386: permette di accedere alle possibilità di
gestione di memoria virtuale (parte del disco viene
gestito come RAM supplementare) del processore. Requisiti:
computer con microprocessore Intel 80386 (o superiori) e 2
Mb o più di memoria (640kb di memoria convenzionale e
1.024kb di memoria estesa).
Il termine “modalità protetta” si usa per
indicare che quando si lavora in multitasking, ogni
programma DOS funziona indipendentemente dagli altri
programmi DOS e anche da Windows, sfruttando le
caratteristiche del microprocessore 80386.
Oltre ad un sostanziale potenziamento del multitasking, Windows 3.0 fornì mezzi agevoli per lo scambio di informazioni tra applicazioni, quali gli appunti, il DDE (Dynamic Data Exchange: possibilità di incorporare documenti e riferimenti all’interno di altri documenti) e l’OLE (Object Linking & Embedding: permette alle varie applicazioni di condividere e scambiare dati).
Attratte dall’interfaccia utente ulteriomente potenziata e dalla possibilità del sistema di gestire la memoria oltre i 640K, molti produttori indipendenti di software iniziarono sviluppare con vigore applicazioni specifiche per il sistema operativo di casa Microsoft, in modo da sfruttare appieno le potenzialità grafiche dell’ambiente “a finestre”.
Il nascere di un florido mercato di applicazioni specifiche permise alla Microsoft di vendere più di dieci milioni di copie del sistema, facendo raggiungere a Windows l’invidiabile traguardo di interfaccia grafica più venduta della storia del computer.
Nel maggio 1992 venne commercializzata la versione 3.1, il cui codice venne ottimizzato e arricchito di driver a 32bit in grado di sfruttare le caratteristiche dei nuovi processori. Disponeva anche di una gestione più efficiente della memoria, proteggendola da sovrapposizioni in fase di esecuzione multitasking dei processi.
A partire dalla versione 3.1 scomparve la modalità reale, dato che la compatibilità del programma con un hardware (microprocessore 8086 e 8088) ormai obsoleto complicava decisamente lo sviluppo del software. Tra le altre innovazioni, un gestore avanzato dei font True Type, che vengono stampati esattamente come compaiono sullo schermo, una guida migliore, un tutorial in linea. Inoltre, Windows 3.1 introdusse la multimedialità nei personal, permettendo di registrare, modificare ed eseguire video e audio su sistemi dotati di periferiche multimediali. Fu possibile assegnare suoni specifici a vari eventi di sistema.
Nei suoi primi due mesi sul mercato, considerando anche gli aggiornamenti dalla versione 3.0, Windows 3.1 vendette più di tre milioni di copie.
Windows 3.11 non portò sostanziali cambiamenti, ma corresse alcuni problemi esistenti, riguardanti soprattutto la gestione delle reti. L’aggiornamento era disponibile gratuitamente su Internet al sito ftp.microsoft.com.
Nel novembre 1992, Microsoft volle rimpiazzare Windows 3.1 con Windows for Workgroup 3.1, con funzionalità di rete e di mail. Si trattava della prima versione che integrava in Windows un pacchetto per la gestione delle reti. Il sistema operativo rendeva semplice installare una rete e specificare quali risorse potevano essere condivise tra macchine DOS e Windows. Windows for Workgroup includeva inoltre due applicazioni: Microsoft Mail, per la gestione della posta in rete, e Schedule+, uno schedulatore dei lavori di gruppo. Le copie invendute furono però molte, e si é dovuto fare un passo indietro.
Dicembre 1993: venne rilasciato Windows for Workgroup 3.11, che risolve numerosi problemi della versione precedente. Incorpora funzioni di rete più stabili e efficienti, servizio di fax o di posta, oltre che parti di codice a 32 bit che ne fanno la migliore versione di Windows.
Dalla seconda metà di novembre si comincia a parlare delle nuove versioni di Windows con il nome in codice di Chicago. A settembre arriva il nome ufficiale: Windows 95. E’ previsto per Natale 94, ma la MS continua a rinviare fino alla fine di agosto 95.
Windows NT 3.1 è la piattaforma Microsoft per i grandi sistemi. Rilasciato nel 1993, era stato progettato per l’uso su server, workstations e macchine per lo sviluppo di software. Non rimpiazzerà Windows per DOS; la serie NT (New Technology) rappresenterà un’alternativa, un percorso parallelo dedicato a sistemi di fascia alta ed altre organizzazioni. In futuro, le versioni NT e “home” convergeranno in un’unica soluzione. Mentre l’interfaccia utente rimase simile a quella di Windows 3.1, Windows NT 3.1 si basava su un nuovo kernel, da qui il nome “nuova tecnologia”.
La versione successiva, Windows NT 3.5, incluse l’OLE 2.0, migliorò le prestazioni e ridusse i requisiti di memoria. Fu rilasciato nel settembre 1994. Windows NT 3.5 Workstation sostituì Windows NT 3.1, mentre la versione NT 3.5 Server sostituì Windows NT 3.1 Advanced Server. L’interfaccia grafica è quella del vecchio Windows 3.x, con l’aggiunta di alcune utilità per la gestione delle risorse di sistema (System Administration Tools). Vi è inoltre un software di backup, un Disk Administrator per modificare la configurazione delle unità a disco, un Event Viewer che raccoglie cronologicamente gli eventi di sistema, permettendo in questo modo di verificare eventuali malfunzionamenti. Diagnostics permette l’analisi della configurazione del sistema, mentre User Manager consente la gestione dei profili dei vari utenti. Sono riconosciuti tutti protocolli e supporti hardware per la maggior parte degli adattatori di rete disponibili sul mercato. Sono inoltre possibili funzioni standard Ftp, Telnet, e Ping.
L’ultima versione del sistema NT è Windows NT 4.0, rilasciato nel 1996. Il sistema operativo affianca un’interfaccia sensibilmente migliorata graficamente con una potente possibilità di gestione avanzata delle reti. Ha un’architettura dove l’assoluta protezione delle applicazioni e dei dati ha la priorità sulle considerazioni relative alla velocità di esecuzione e sulla compatibilità verso il basso. Può eseguire applicazioni a 16 bit per Windows 3.x e DOS, ma in modo più protetto per evitare possibili inconvenienti causati dalla compatibilità a basso livello. Ogni applicazione a 16 bit può essere infatti eseguita in un segmento di memoria protetta, separato da altri programmi. In questo modo, il crollo di un singolo programma a 16 bit non compromette l’esecuzione degli altri programmi a 32 bit, ma neppure delle altre sessioni a 16.
La prima beta di Windows 95 (nome in codice “Chicago”) è stata introdotta nell’agosto 1993 con una distribuzione limitata ad alcune centinaia di sviluppatori. A questa è seguita una seconda che nel dicembre 1993 è stata distribuita agli 8000 sviluppatori software che hanno partecipato alla Microsoft Professional Developers Conference. Infine, il 28 maggio 1994 una versione ulteriore è stata sottoposta al controllo di 20000 utenti (clienti, sviluppatori software e produttori hardware) di oltre 20 paesi. Windows 95 fu rilasciato nell’agosto 1995. E’ un sistema a 32 bit con un potente multitasking, file system avanzati, possibilità di networking e gestori avanzati di processi. Windows 95 incluse l’MS-DOS 7.0, ma dopo l’avvio si separa nettamente da questo. L’interfaccia grafica è completamente rivisitata.
Importante novità é la possibilità di dare nomi lunghi (255 caratteri) ai file, che possono contenere spazi, lettere maiuscole e simboli strani. Le icone che rappresentano documenti, cartelle o programmi possono essere manipolate, per copiarli, cancellarli o spostarli. Per cancellare un documento, ad esempio, basterà trascinare la sua icona sul cestino; per recuperarlo basterà scegliere “ripristina” dal cestino oppure per eliminarlo definitivamente e recuperare lo spazio sul disco fisso l’opzione è “svuota cestino”. La guida in linea è più ricca di quella della versione precedente. Il “plug and play” è la possibilità che Windows riconosca subito il nuovo hardware installato e lo configuri automaticamente assicurando alcune incompatibilità. Tra le utility fornite con il sistema operativo, BACKUP per l’archiviazione dei dati, SCANDISK per analizzare e riparare malfunzionamenti sulle unità disco, DEFRAG per ottimizzare l’accesso ai dati riducendo i tempi di attesa e aumentando l’efficienza del sistema, DriveSpace, per comprimere volumi (un disco contiene dati compressi che se richiamati vengono decompattati automaticamente da Windows ed eseguiti). I dispositivi Plug and Play vengono automaticamente riconosciuti dal sistema operativo che provvede alla loro installazione e configurazione.
Agli inizi di novembre 1995 le copie installate ufficialmente erano 7 milioni. La pubblicità, accompagnata dalla canzone “Start me up” dei Rolling Stones, è costata 100 milioni di dollari, lo sviluppo di Wndows 95 ha richiesto il lavoro di 500 programmatori (impegnati per ben 3 anni) e di 400 mila beta tester. Nei primi quattro giorni vennero vendute un milione di copie.
Windows CE (Compact Edition) è il sistema, dotato del
look di Windows 95 e NT, che permette, a chi ha
familiarità con i sistemi operativi Microsoft di usare
istintivamente un palmare.
Windows CE 1.0 venne rilasciato nel novembre 1996;
nell’anno seguente verranno venduti circa 500 mila
palmari in tutto il mondo.
Windows CE 2.0, disponibile dagli inizi del 1998, pose
fine a molti problemi sollevati dagli utilizzatori della
versione precedente.
Nel corso della Windows Ce Developers Conference di San
Jose nell’aprile 1998, la Microsoft ha annunciato in
anteprima il nuovo sistema Windows CD 2.1. Tra le nuove
funzioni, il supporto per nuovi processori, nonchè ad
Ethernet e alla specifica Usb (universal serial bus).
Windows 98 (nome in codice “Nashville) venne lanciato nel giugno 1998, nel bel mezzo delle indagini dell’antitrust relative all’inclusione di Internet Explorer nel sistema. Permette di integrare il Web sul personal computer: tutte le risorse, Internet o locali, possono essere navigate tramite il browser Microsoft Internet Explorer 4.0 integrato. L’Active Desktop permette di trasformare la scrivania in una pagina Web personale, completa di collegamenti e contenuti ipertestuali. L’integrazione con il browser Microsoft Internet Explorer rende il PC un sito Internet, mentre il desktop assume la forma e la funzionalità di una pagina Web, dove è possibile aggiungere elementi attivi, ovvero collegamenti diretti a Internet. Tra i nuovi strumenti troviamo Backup (potenziamento dello strumento in Windows 95: è più veloce e più semplice da usare e consente di fare una copia di sicurezza del registro di sistema), MS System Information (visualizza le informazioni sul proprio sistema e consente di avviare altri programmi diagnostici), Controllo file di sistema (verifica che i file di sistema non siano stati danneggiati), Dr Watson (per identificare le cause del malfunzionamento del sistema), Windows Update (per aggiornare il sistema operativo automaticamente da Internet), Time Zone Editor (modifica della data e dell’ora di inizio dell’ora legale). Per la gestione dei dischi ci sono DriveSpace 3 (compressione), ScanDisk e Defrag, oltre a programmi per pianificare queste operazioni. Vengono supportati USB (porta seriale in grado di collegare 127 periferiche ad una sola porta seriale) e i dischi ad alta capacità (DVD-ROM), nonché le porte a infrarossi. Windows 98 è già predisposto per il 2000, così come i suoi componenti che dipendono dalla data di sistema. |
Tra le altre novità, la gestione del consumo di energia del computer, la possibilità di convertire la FAT16 nella più efficente FAT32 e il Multiple Display Support per espandere il desktop su otto monitor connessi. Inoltre, viene supportato il nuovo hardware: DVD, Fireware, USB, AGP, ecc. Come Windows 98, Windows NT 5.0 integrerà Internet Explorer nel sistema operativo. La nuova interfaccia verrà integrata con il Distributed File System, un nuovo sistema per organizzare e navigare la mole di informazioni dei server, indipendentemente dalla loro posizione fisica. |
Windows 2000? |
TIMELINE
DATA DI COMMERCIALIZZAZIONE | VERSIONE DEL PRODOTTO |
1980, 25 Agosto | Sistema operativo XENIX della Microsoft |
1981, 12 Agosto | Vendita di MS-DOS 1.0 con i nuovi personal computer IBM |
1983, Marzo | MS-DOS 2.0 |
1983, 10 Novembre | Annuncio di Microsoft Windows |
1984, Novembre | MS-DOS 3.1 |
1985, 20 Novembre | Windows 1.0 |
1986, Aprile | MS-DOS 3.2 |
1987, 2 Aprile |
Annuncio del Microsoft Operating System/2 (MS
OS/2), frutto della collaborazione con
l’IBM. Nello stesso giorno, la Microsoft annuncia MS-DOS 3.3, Windows 2.0 e Windows /386 |
1988, 28 Giugno | Annunciate le versioni 2.1 di Windows /286 e /386 |
1988, Luglio | MS-DOS 4.0 |
1988, 31 Ottobre |
OS/2 1.1 con Presentation Manager. David Cutler, passando dalla Digital alla Microsoft, inizia a lavorare al progetto Windows NT. |
1988, Novembre | MS-DOS 4.01, corregge i problemi della versione 4.0 |
1990, 22 Maggio | Windows 3.0 |
1991, Ottobre | Presentazione di Windows NT al COMDEX |
1991, 20 Ottobre | Windows 3.0 con Multmedia Extensions |
1991, Giugno | MS-DOS 5.0 |
1992, 6 Aprile | Windows 3.1 |
1992, 27 Ottobre | Windows for Workgroups, strumento per la facilitazione del networking |
1993, Marzo | MS-DOS 6.0 |
1993, Agosto | Windows NT 3.1 |
1993, Novembre | MS-DOS 6.2 |
1994, 15 Febbraio | Windows for Workgroups 3.11 |
1994, 2 Marzo | MS-DOS 6.21 |
1994, 11 Aprile | MS-DOS 6.22 |
1994, 6 Settembre | Windows NT 3.5 |
1995, Giugno | Windows NT 3.51 |
1995, 24 Agosto | Windows 95 |
1996, 24 Agosto | Windows NT 4.0 |
1996, Novembre | Windows CE 1.0 |
1997, Settembre | Windows NT 5.0 Beta 1 |
1997, Novembre | Windows CE 2.0 |
1998, 25 Giugno | Windows 98 |
1998, Luglio | Windows CE 2.1 |
1998, Agosto | Windows NT 5.0 Beta 2 |
1998, 27 Ottobre | Annuncio della Microsoft, che abbandona la sigla NT: nasce Windows 2000 |
1999, 29 Aprile | Windows 2000 Beta 3 |
WIN 2000, LE NUOVE FUNZIONI (da PcWeek Italia, 31/5/99)
La terza e (si suppone) ultima versione beta di Windows 2000 è finalmente arrivata, dando agli amministratori circa sei mesi di tempo prima del previsto rilascio di questo sistema operativo durante i quali valutare le notevoli difficoltà che si devono superare per la sua implementazione all’interno degli ambienti aziendali.
Chi deciderà di adottare Windows 2000 Professional sarà premiato dalle funzionalità di un sistema operativo per sistemi desktop che unisce con successo i punti di forza delle piattaforme Windows 9x e Windows NT. La versione Professional della nuova piattaforma Windows elimina la difficile scelta tra i sistemi Windows 95/98, ampiamente supportati e ricchi di funzionalità, e NT Workstation 4.0, con la sua relativa sicurezza e robustezza. Windows 2000 Server si è rivelato invece ancora instabile nelle prove svolte sulla Beta 3 e non così attraente come la versione Professional. In particolare, la versione Server di Windows 2000 è molto più complessa di Windows NT Server 4.0 e attenua quindi i vantaggi che NT ha sempre avuto sugli altri sistemi operativi di rete in termini di semplicità d’uso e di formazione. Gli amministratori dovrebbero installare questa beta su sistemi di prova, verificandone la contabilità con gli standard software e hardware dell’azienda. A giudicare dal numero di patch e di soluzioni temporanee che è stato necessario installare per far funzionare Windows 2000 su sistemi utilizzati sulle prove, dalle schede di rete ai portatili e agli scanner Usb (Universal Serial Bus), ci vorrà un po’ prima che gli amministratori risolvano tutti i problemi di compatibilità e di integrazione. Inoltre, gli amministratori dovranno iniziare a pianificare la risorse economiche necessarie per l’acquisto di sistemi desktop e portatili più robusti (con almeno 128 Mb di RAM per tutti i sistemi e una quantità di memoria anche superiore per i server).
WINDOWS 2000 PROFESSIONAL
Uno dei principali punti di forza di Windows 2000 è la tecnologia Intellimirror, che permette agli utenti di passare da un sistema all’altro, sempre seguiti dalla propria configurazione personalizzata. Il supporto per un insieme più esteso di dispositivi hardware potrebbe essere un altro notevole vantaggio del sistema Windows 2000 Professional, ma gli amministratori dovranno sudare un bel po’ prima di farlo funzionare sui loro sistemi. Nel corso dei test è stato necessario aggiornare il Bios di diversi sistemi desktop e portatili prima di riuscire a installarvi correttamente Windows 2000. Per questo motivo, e senza parlare dei notevoli requisiti in termine di processore e di memoria, non è molto opportuno aggiornare a Windows 2000 i sistemi NT 4.0 più vecchi. I miglioramenti apportati all’interfaccia di Windows 2000 Professional hanno semplificato la gestione delle connessioni di rete e, in particolare, la possibilità di gestire tutti i dispositivi di sistema da una singola interfaccia risulta molto utile. Le schede PcCard e i dispositivi Usb supportati dai driver forniti all’interno della Beta 3 hanno funzionato bene nel corso delle prove. Le funzionalità Plug and Play della versione Professional di Windows 2000 forniscono un supporto per gli scanner e per le videocamere digitali che rende Windows 2000 una buona piattaforma per la creazione di contenuti digitali. La funzionalità per il caching dei file sarà, a buon motivo, la più popolare di tutte le novità di Windows 2000. Questa funzione permette, infatti, di ottenere una sincronizzazione e un backup automatico dei file di rete sul disco locale dei portatili, in modo da poterli utilizzare anche quando non si è connessi alla rete.
WINDOWS 2000 SERVER
Windows 2000 Professional è già in condizioni tali da poter essere rilasciato, ma Microsoft ha ancora molto lavoro da fare se vuole rilasciare la versione server di questo sistema entro la fine dell’anno. I confusi strumenti di amministrazione della Beta 2 sono stati in qualche modo ripuliti e riorganizzati, ma non abbastanza da semplificare la complessità della struttura. Nessuno potrà configurare un dominio Windows 2000 senza avere una conoscenza adeguata del servizio Dns (Domain name system), del protocollo Dhcp (Dynamic host configuration protocol) e delle tecniche di indirizzamento Ip. I wizard di configurazione di Windows 2000 hanno ancora alcuni buchi e, nel corso delle prove, il processo automatico per la creazione di un nuovo dominio non ha configurato correttamente il servizio Dns. Inoltre, sempre nel corso delle prove, dopo la configurazione di alcuni nuovi protocolli di rete, il sistema ha chiesto di essere riavviato: una vecchia abitudine di Nt che si supponeva ormai superata in Windows 2000. I miglioramenti apportati ai servizi Active Directory permettono di delegare più semplicemente le attività di amministrazione. Gli amministratori apprezzeranno anche la presenza dei nuovi strumenti a linea di comando che permettono di svolgere quasi tutte le attività di amministrazione di un dominio. La mancanza dell’interfaccia grafica permetterà di scrivere script per automatizzare l’esecuzione delle diverse attività amministrative. Dall’altra parte, sarebbe però utile poter disporre di un’interfaccia grafica per gli strumenti. Nelle prove, questi strumenti hanno richiesto l’immissione manuale di lunghe e fastidiose liste di parametri.
IBM AL LAVORO PER IL SUPPORTO
Sono 10000 i programmatori al lavoro in IBM per garantire il supporto di Windows 2000. La società ha annunciato infatti che tutti i principali tra i propri software attualmente disponibili per Windows NT saranno “Windows 2000 ready” entro la data di rilascio del sistema operativo da parte di Microsoft. IBM è uno dei principali produttori di software per l’ambiente Windows NT, che è anche parte dell’offerta per i server e i desktop. Questo nonostante Windows NT sia un antagonista di OS/2 Warp, il sistema operativo di IBM le cui quote di mercato sono in costante flessione. IBM sta partecipando al programma di beta test del sistema operativo di Microsoft.