STORIA DI INTERNET

COS’ E’ INTERNET?

Internet è la più grande rete di calcolatori del mondo, che esula dai confini geografici e dalle limitatezze trasmissive. E’ una “rete di reti” nella quale varie reti informatiche possono collegarsi tra loro in modo permanente o provvisorio e scambiarsi liberamente informazioni.
Internet è l’insieme delle reti IP interconnesse, cioè le migliaia di reti di computer locali, regionali ed internazionali, interconnesse in tempo reale mediante la serie di protocolli di internetworking TCP/IP, anche se alcune parti di Internet eseguono e supportano anche altri protocolli (OSI, Novell IPX, AppleTalk, DECnet).
Per Internet si intendono anche i milioni di computer collegati a queste reti in ogni parte del mondo, appartenenti ad aziende, organizzazioni, privati, ecc.
Internet è un fenomeno tecnologico, ma anche culturale e antropologico, le cui radici affondano in un passato recente che, nella scala del tempi tecnologici informatici a cui ci hanno abituati gli ultimi decenni, è già preistoria.

COSA SI PUO’ FARE IN INTERNET?

Mediante un’attrezzatura poco costosa, chiunque può reperire informazioni in rete su qualsiasi argomento ed in qualsiasi momento. Per accedere alla rete è sufficiente un computer dotato di modem, l’abbonamento ad un provider (il fornitore del collegamento) e un browser per la navigazione.
Gli utenti collegati ad Internet accedono ad un mondo senza confini, dove è possibile incontrare persone che vivono lontanissime o coltivare rapporti di amicizia con persone mai viste.
E’ possibile scambiare messaggi di posta elettronica, filmati, testi o programmi; essendo la rete il sistema di comunicazione più efficiente del mondo, può recapitare i dati anche in presenza di gravi problemi tecnici.
Ecco quello che appare in rete:

Il World Wide Web è uno strumento, dotato di interfaccia grafica intuitiva, che permette agli utenti di accedere alle informazioni ed interagire con esse. Le pagine Web possono contenere elementi multimediali, quali filmati, suoni, animazioni e collegamenti ipertestuali. Sono pagine, più o meno ricche su qualsiasi argomento, realizzate da privati, associazioni, aziende, ecc. Chiunque può arricchire questa biblioteca mondiale con la propria collaborazione. Il linguaggio utilizzato per realizzare il sistema Web è l’HTTP (Hypertext Transfer Protocol). Per visualizzare ed interagire con tale sistema è necessario disporre di un browser, come l’lnternet Explorer della Microsoft o il Netscape Navigator.

Prima dell’avvento del WWW era molto utilizzato il protocollo FTP (File Transfer Protocol), che permetteva di trasferire file da altri sistemi al proprio terminale e viceversa. Questo strumento è ancora oggi molto usato, dato che è compreso come funzione nei browser Web. Il vecchio sistema FTP, non consentiva di visionare il contenuto dei file prima di scaricarli, mentre con i browser attuali è possibile visualizzare i file per decidere successivamente cosa trasferire.

Il sistema Gopher è stato per lungo tempo l’unico mezzo per trovare informazioni in rete. Ora è stato soppiantato dai moderni motori di ricerca del sistema Web, in grado di individuare l’oggetto cercato sia presso i siti Web (il cui URL inizia con il suffisso http://), sia presso i siti Gopher (il cui URL inizia con il suffisso gopher://).

Uno dei più noti servizi in rete è l’e-mail o posta elettronica. I messaggi inviati raggiungono il destinatario in pochi minuti.

Usenet è un sistema di newsgroup (gruppi di discussione), dove è possibile accedere per scambiare opinioni con persone sull’argomento del newsgroup. Per accedere al sistema è necessario un newsreader, un programma adatto a leggere e scrivere messaggi alle persone del gruppo di discussione.

Telnet è un metodo di accesso alla rete, che richiede la conoscenza del sistema operativo UNIX. Questo strumento è stato reso obsoleto dalle amichevoli interfacce dei browser Web.

CHI GOVERNA INTERNET?

Esiste un’autorità principale cui la rete delle reti fa riferimento: la Internet Society, o ISOC, costituita da rappresentanti volontari di ciascuna utenza.
Questo a sua volta nomina un “consiglio degli anziani”, l’Internet Architecture Board, o IAB, al quale spetta la responsabilità tecnica della rete. Deve valutare e approvare gli standard di comunicazione, vagliare le richieste di adesione e decidere l’assegnazione degli indirizzi, presentare critiche e suggerimenti in occasione dei meeting dell’Internet Task Force.
L’IETF è un’organizzazione volontaria i cui membri discutono periodicamente i temi sollevati. Chiunque può partecipare ai meeting e far parte dei gruppi di studio, poiché l’autocontrollo di Internet avviene attraverso la rete stessa.

STORIA DI INTERNET

Le origini di Internet risalgono agli anni Sessanta, quando divenne operativo un progetto sperimentale militare statunitense commissionato dal Dipartimento della Difesa all’agenzia governativa ARPA (Advanced Research Projects Agency). Scopo del progetto era la creazione di una struttura informativa strategica che permettesse di costituire un collegamento tra il Dipartimento della Difesa e tutti i soggetti che con esso avevano un contatto per ricerche di carattere militare.
Tale collegamento, concepito per funzionare anche in caso di catastrofe nucleare, non doveva dipendere da nessuno dei suoi singoli nodi, contrariamente alle reti di comunicazione tradizionali, come quella telefonica o telegrafica: in caso di avaria o di attacco nemico ad un nodo della rete, le comunicazioni dovevano essere assicurate comunque tra tutti i centri ancora operativi. Ciò era possibile se la struttura della rete non fosse accentrata, ma costituita in modo che ciascun calcolatore fosse autonomo nella comunicazione con gli altri nodi.
Ulteriore affidabilità sarebbe stata assicurata dal supporto del collegamento, non più su linea dedicata, ma sulle normali linee telefoniche.
L’idea era sicuramente rivoluzionaria, perché dalla tecnica della commutazione di circuito (circuit switching), che si implementava collegando ciascun nodo a linee dedicate costosissime, si decise per l’adozione di una nuova tecnologia, la commutazione a pacchetto (packet switching). Con quest’ultima tecnica di trasmissione dati, era possibile suddividere le informazioni in blocchi discreti, i “pacchetti”, appunto, e farli viaggiare verso la loro destinazione.
Questi moduli indipendenti portano con sé l’indirizzo del mittente, quello del destinatario e l’ordine di trasmissione, in modo da consentire alla macchina ricevente di ricomporre il messaggio ricostruendo l’esatta sequenza di pacchetti che lo compongono. Sulla linea telefonica viaggiano contemporaneamente numerosi segnali e la vecchia nozione di rete, dove ogni pacchetto viaggiava su binari unici senza poter superare o dare la precedenza ad altri, viene rivisitata attraverso un approccio innovativo alla trasmissione dei dati. Ora, i pacchetti sfrecciano su un’autostrada a più corsie, superandosi o dandosi la precedenza: se parte dell’informazione giungesse danneggiata, gli altri pacchetti arriverebbero comunque a destinazione.
Il sistema doveva rispondere a tre requisiti fondamentali: robustezza, flessibilità ed eterogeneità.
Per robustezza s’intendeva che il funzionamento della rete doveva avvenire in qualunque condizione. In caso di malfunzionamento o di eliminazione di uno o più dei suoi nodi, la rete doveva essere in grado di riconfigurarsi autonomamente permettendo ai dati di raggiungere comunque la loro destinazione attraverso un percorso alternativo. Ciò si realizza attraverso il concetto di routing, ovvero l’attraversamento di più macchine per raggiungere il nodo destinazione.
Flessibilità significa la possibilità di connettere o disconnettere sezioni della rete con un impiego quasi nullo di risorse. Per mettere in rete un nuovo nodo, era sufficiente implementarvi i protocolli di rete e connetterlo a un qualsiasi altro nodo già esistente.
Eterogeneità implica che le risorse disponibili in rete siano in grado di dialogare tra loro, indipendentemente dalle differenze fisiche o di architettura logica. In questo modo, la rete supera vincoli imposti dalla presenza di standard costruttivi differenti.

Grazie al lavoro di esperti informatici delle più importanti Università nordamericane entrarono in funzione, nel 1969, quattro IMP (Interface Message Processor): quattro macchine che per la prima volta implementavano il protocollo di comunicazione della nuova rete, cioè l’insieme delle regole a cui devono attenersi i nodi della rete stessa per dialogare tra loro.
Questi primi quattro nodi vennero dislocati presso l’Università della California di Los Angeles e di Santa Barbara, lo Stanford Research Institute, e l’Università dello Utah.
La nuova rete venne battezzata ARPAnet e consentiva la connessione di un massimo di 256 nodi diversi. I primi servizi forniti erano la connessione remota interattiva (Telnet), il trasferimento file (ftp) e, negli anni successivi, la posta elettronica.
Il progetto, di carattere militare, rimase tale fino alla fine degli anni Settanta. Della struttura fecero parte anche la National Science Foundation, la NASA, il Department of Energy e la rete costituì la base della ricerca statunitense.
ARPAnet suscitò immediatamente interesse nella comunità ristretta di militari e scienziati, mentre cresceva esponenzialmente il numero delle richieste di connessione da parte di altri enti e istituzioni, che potevano disporre di un nuovo strumento adatto alle proprie necessità di trasmissione di file e di documenti.

Dalla filosofia della commutazione a pacchetto e della rete non gerarchica, nacquero altre reti e si affermò il concetto di internetworking, cioè la condivisione di risorse tra reti fisicamente distinte.
Un’unica rete planetaria, infatti, avrebbe comportato un’eccessiva vulnerabilità, oltre che elevati costi di mantenimento e di aggiornamento della struttura. Meglio quindi una rete delle reti, una “ragnatela” di reti locali e regionali interoperanti tra loro.
Per renderlo aderente alle nuove esigenze di commutazione tra reti eterogenee, la Defense Advanced Project Research Agency (DARPA) riprese e sviluppò l’originario protocollo del controllo di rete, l’NCP (Network Control Protocol).
Il nuovo software si articolava in due parti: il protocollo di controllo della trasmissione TCP (Transmission Control Protocol), che era dedicato allo smistamento delle informazioni e il protocollo Internet IP (Internet Protocol), che costituiva la procedura di utilizzo della rete. Il TCP/IP, venne implementato ufficialmente dalle macchine connesse dal primo gennaio 1983. Grazie alle sovvenzioni del governo americano, le specifiche di questi protocolli furono rese pubbliche, comportando la diffusione del TCP/IP su ogni tipo di piattaforma.
Con la conversione ai nuovi protocolli, progettati per consentire un traffico tra migliaia di reti, la crescita di ARPAnet diventerà esponenziale. L’incremento delle connessioni era dovuto principalmente alla struttura decentrata della rete e dai protocolli di trasmissione, resi pubblici. Questo comportò un carico non indifferente di problemi di gestione.
Il Dipartimento della Difesa decise così di separare nettamente gli elaboratori militari dalla struttura, originando il network specializzato con scopi militari MILnet da ARPAnet, che mantenne l’obiettivo originario di supporto alla ricerca scientifica e che diventerà ben presto Internet.
Nei 15 anni successivi nacquero numerose reti regionali, i cui scopi erano per lo più scientifici e di ricerca, come BITnet, CSnet, USEnet, tutte collegate tra di loro e quindi con ARPAnet.
Negli anni Ottanta, venne creata dalla National Science Foundation la rete NSFnet, composta da superelaboratori. La nuova rete si dimostrò più efficiente rispetto ad ARPAnet, che nel 1990, con la disattivazione dell’ultimo dei suoi nodi originari, si “spense” definitivamente.
Si delineò così il concetto di Internet, il prodigio tecnologico finale, capace di veicolare, riassumere e assimilare i mezzi di comunicazione già esistenti e di ricondurre a sé ogni futura modalità comunicativa. Diventerà uno strumento unico per comunicare con tutto il mondo, mediante una dotazione tecnologica alla portata di tutti.

LA SCENA ITALIANA

In Italia, Internet è giunta attraverso centri di ricerca e università. La rete è diventata popolare negli ambienti di ricerca nella seconda metà degli anni Ottanta, come accesso ai centri di calcolo e laboratori soprattutto americani.
L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche erano già dotati di una rete di calcolatori che connetteva i propri istituti sparsi sul territorio italiano, ma le organizzazioni private e commerciali rimanevano escluse.
L’unica rete italiana presente era Itapac, che però con TCP/IP e Internet ha poco a che fare. In quel periodo era particolarmente usata l’estensione europea dell’americana Bitnet: EARN, fortemente voluta da IBM.
Storicamente, il primo fornitore di accessi IP a privati è stato IUNet, network di I2u, l’associazione italiana di utenti Unix.
Ben presto però il problema della connettività esplose in maniera disorganica: ogni ente modificava la propria rete senza tenere conto della situazione globale. Una tale gestione disorganizzata portava a duplicazioni di linee e connessioni per interessi analoghi, con evidenti sprechi di risorse.
Da queste esigenze nacque nel 1988 il GARR (Gruppo per l’Armonizzazione delle Reti per la Ricerca), un ente preposto al coordinamento delle reti universitarie, riconosciuto dal Ministero per la Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST) nel 1990. Compiti del GARR erano lo studio della razionalizzazione delle linee trasmissive e la pianificazione dei flussi di traffico, per poter dare vita ad una potente struttura portante (backbone, o dorsale: rete centralizzata ad alta velocità che collega reti indipendenti più piccole) per le reti di ricerca italiane.
I sei enti facenti parte del GARR sono: CILEA (Consorzio Interuniversitario Lombardo per l’Elaborazione Automatica), CINECA (Consorzio Italia Nord – Est per il Calcolo Automatico), CNR (Istituto Nazionale delle Ricerche), CSATA (Consorzio Tecnopolis Novus Ortus), ENEA (Ente Nazionale per le Energie Alternative), INFN (Istituto Nazionale per la Fisica Nucleare).
Attraverso finanziamenti del MURST, il GARR noleggiò linee ad alta velocità (2 Mbps). Inizialmente la struttura prevedeva un Comitato di Gestione (GARR-CDC), un Comitato Tecnico Esecutivo (GARR-CTE) da cui dipartivano i gruppi di lavoro per ogni protocollo (GARR-IP, GARR-DEC, GARR-SNA, GARR-X25) e quello dedicato alla posta elettronica (GARR-PE). La rete GARR supporta contemporaneamente i protocolli TCP/IP, SNA, Decnet, X.25, permettendo quindi il collegamento a Internet, alla rete HEPNet (rete della fisica delle alte energie, protocolli Decnet), all’EARN (ora associata a RARE) e alle reti di ricerca che implementino il protocollo X.25.
Il GARR darà il suo stesso nome alla dorsale italiana fra le reti accademiche italiane: alla fine del 1994, gli enti di ricerca e le università italiane sono connesse; l’Italia viene collegata al resto del mondo tramite tre linee internazionali: verso gli Stati Uniti, verso il CERN di Ginevra, una verso la rete EuropaNET.
In questi ultimi anni, la crescita dei nodi e delle connessioni è stata impressionante, supportata anche dalla presenza sul mercato di numerosi provider, che offrono, attraverso la sottoscrizione di un abbonamento, la possibilità di accedere ad Internet attraverso le loro macchine.

TIMELINE

1957

La Russia lancia il satellite Sputnik; gli Stati Uniti rispondono formando l’agenzia ARPA, Advanced Research Projects Agency.

1961

Formulazione delle prime teorie sulla commutazione a pacchetto: un messaggio viene frammentato in più parti chiamate pacchetti, che viaggiano indipendenti verso destinazione e quindi riassemblati.

1966

Prima formulazione del piano di ARPANET.

1967

Viene attivata la rete sperimentale NPL (National Physical Laboratory) in Inghilterra. La rete, a commutazione di pacchetto, usava linee a 768kbps. La nuova filosofia era già stata sperimentata anche dalla Societè Internationale de Telecommunications Aeronatiques.

1968

Presentazione della rete packet-switching (PS) all’agenzia ARPA.

La BBN (Bolt Beranek and Newman Inc.) ottiene il contratto per la costruzione degli IMP (Interface Message Processor).

1969

ARPANET viene commissionata dal Ministero della Difesa per ricerche sul networking.

La BBN costruisce gli IMP (mini computer Honeywell DDP-516 con 12K di memoria); la AT&T fornisce linee a 50kbps.

Primo nodo (30 agosto): presso l’UCLA

Funzione: Network Measurement Center

Sistema, SO: SDS SIGMA 7, SEX

Secondo nodo (1 ottobre): presso il Stanford Research Institute (SRI)

Funzione: Network Information Center

Sistema: SDS 940/GENIE

Terzo nodo (1 novembre): presso l’Università della California di Santa Barbara (UCSB)

Funzione: Culler – Fried Interactive Mathematics

Sistema: SDS 940/GENIE

Quarto nodo (dicembre): presso l’Università dello Utah

Funzione: Grafica (Graphics)

Sistema, SO: DEC PDP-10, Tenex

Il primo pacchetto viene spedito in ottobre dall’UCLA mentre cercava di connettersi con l’SRI. Il messaggio di sistema risultante è stato il crash di sistema mentre veniva immessa la lettera G di LOGIN.

1970

Gli host di ARPANET adottano il protocollo NCP (Network Control Protocol), il primo protocollo host-to-host.

Viene installato il primo collegamento cross-country a 56kbps tra UCLA e BBN. Una seconda linea è aggiunta tra MIT e l’Università dello Utah.

1971

15 nodi (23 host): UCLA, SRI, UCSB, University of Utah, BBN, MIT, RAND, SDC, Harward, Lincoln Laboratories, Stanford, UIU(C), CWRU, CMU, NASA/Ames.

La BBN costruisce IMP usando il meno caro Honeywell 316. Gli IMP erano limitati a 4 connessioni a host e così la BBN costruisce terminali IMP (TIP) che supportano 64 host.

Ray Tomlinson della BBN realizza il programma di e-mail. Il programma deriva dal SENDMSG (programma di scambio di messaggi tra macchine) e dal CPYNET (programma sperimentale di trasferimento file).

1972

Viene scelto il simbolo @.  Indica a quale provider si appoggia ciascun utente della rete: gli indirizzi di posta elettronica sono infatti scritti con la formula nome@fornitorediaccesso.

In marzo, Ray Tomlinson modifica il suo programma di e-mail per ARPANET, dove ottiene un forte successo. Il successo delle e-mail fu inaspettato, ma il sistema della posta elettronica presentava effettivamente notevoli vantaggi. Al contrario di quanto avviene attraverso la normale corrispondenza postale, il destinatario, anche se di grado superiore o più anziano, non si offende per eventuali errori di battitura o per il linguaggio informale. Rispetto al telefono, l’e-mail rappresenta un messaggio che può essere facilmente conservato e non necessita la presenza contemporanea dei due interlocutori.

In luglio, Larry Roberts scrive il primo programma di gestione di e-mail, per filtrare i messaggi, leggerli, rispondere.

1973

Prime connessioni internazionali ad ARPANET: University College of London (Inghilterra) e Royal Radar Establishment (Norvegia).

Si delinea l’idea di Ethernet, testata sui computer della Xerox PARC’s Alto. La prima rete Ethernet prende così in maggio il nome di Alto Aloha System. Ethernet è il più diffuso protocollo per la trasmissione dati in reti locali. Basata sull’utilizzo di apposite schede inserite nei computer e collegate tra loro mediante cavo coassiale, consente una velocità di 10Mbps e si basa sull’ascolto delle altre stazioni sul cavo prima di iniziare a trasmettere.

Numero degli utenti di ARPANET stimato intorno ai 2000; il 75% del traffico in rete è dato dalle e-mail.

Blocco nel giorno di Natale: per un problema di harware degli IMP di Harvard, tutti gli altri IMP spediscono il loro traffico verso Harvard.

1974
Vint Cerf e Bob Kahn illustrano i dettagli del Transmission Control Program (TCP).

Nasce Telnet, un programma in grado di collegarsi ad un terminale remoto, impiegato per la connessione da un host ad un altro host ovunque nella rete.

1975

La prima mailing list di ARPANET, MsgGroup, è creata da Steve Walker. In una mailing list non ufficiale, SF-Lovers, si parla di fantascienza e diventa la più popolare negli anni seguenti.

1976

La regina d’Inghilterra, Elizabeth II spedisce in febbraio una e-mail dal RSRE (Malvern).

Mike Lesk presso gli AT&T Bell Labs crea l’UUCP (Unix-to-Unix Copy Protocol), il protocollo che verrà adottato un paio di anni dopo dalla rete Usenet, per sistemi Unix. Questa rete, basata sull’architettura client-server (client-host), offriva i servizi di news e di posta.

1977

Nascono Theorynet (dell’Università del Wisconsin) e Tymnet (della Tymshare).

1979

L’ARPA stabilisce la ICCB (Internet Configuration Control Board).

Kevin MacKenzie suggerisce al MsgGroup l’idea dell’emoticons, chiamate anche smiley. Sono faccine ruotate di 90 gradi e realizzate tramite la punteggiatura, le parentesi e tutti gli altri caratteri della tastiera. La posta elettronica, non può essere considerata alla stregua di una vera e propria lettera: pur trattandosi di documenti scritti, è caratterizzata dall’immediatezza e dalla spontaneità tipiche di una conversazione orale. Attraverso le emoticons, è possibile esprimere anche a distanza le proprie emozioni. Così, “sei stupido!” seguito dal faccino sorridente 🙂 evidenzia l’intenzione scherzosa del messaggio ed evita eventuali fraintendimenti da parte del lettore. A quel tempo, le emoticons vennero ignorate da tutti; oggi, con la comunicazione telematica sempre più frequente, vengono usate largamente, con un insieme rivoluzionario di nuove regole di stile.
Ecco le emoticons più famose:

🙂 sorriso
😉 strizzatina
:O urlo
😀 riso dell’interlocutore
:-> sarcasmo, ironia
🙁 disappunto, rabbia, tristezza

:-/ rassegnazione
;-(  pianto
:-II ira
:[ depressione
*<|:-) Babbo Natale
3:-0 mucca

1981

Nasce BITNET (Because It’s Time NETwork), basata sul protocollo NJE dei sistemi IBM. Oggi è amministrata dalla Bitnet Network Information Center o BITNIC.

Nascono CSNET (Computerscience Network) e la francese Minitel (Teletel) della France Telecom.

1982

ARPA stabilisce la suite di protocollo TCP/IP per ARPANET. Nasce così la definizione di “Internet”, come set di reti connesse.

1983

Primo gennaio: passaggio da NCP a TCP/IP.

ARPANET si divide in ARPANET e MILNET, l’ultima si integra nella Defense Data Network creata l’anno precedente. 68 di 113 nodi passano a MILNet.

Nasce MINet (Movement Information Net) europea: si connette a Internet in settembre.

1984

Introdotto il concetto di DNS (Domain Name Server): indirizzo Internet che identifica univocamente il sito di una certa società o persona.

Il numero degli host supera i 1000.

La Russia si connette a USENet.

Nascono JUNet (Japan Unix Network) e JANet (Joint Academic Net).

1985

In marzo, il primo dominio registrato è Symbolics.com. I successivi: cmu.edu, purdue.edu, rice.edu, ucla.edu, css.gov.

1986

Nasce NSFNet (velocità della dorsale: 56kbps). Questa provoca un’esplosione di connessioni, in special modo di università.

Internet Engineering Task Force (IETF) e Internet Research Task Force (IRTF) nascono sotto l’IAB, il consiglio per la pianificazione delle attività in Internet.

1987

Il numero degli host supera i 10000; quelli di BITNet i 1000.

1988

Un programma nato per monitorare la struttura della rete, l’”Internet worm”, diventa una vera e propria piaga virale ed infetta circa 6000 dei 60000 host.

La dorsale di NSFNet viene incrementata a T1 (1544 Mbps).

Sviluppato da Jarkko Oikarinen l’IRC (Internet Relay Chat): è un servizio che consente agli utenti di partecipare in tempo reale a conversazioni in rete.

Nascono CERFNet (California Education and Research Federation Network) e Fidonet.

Paesi connessi a NSFNET: Canada (CA), Denmark (DK), Finland (FI), France (FR), Iceland (IS), Norway (NO), Sweden (SE).

1989

Il numero degli host supera i 100000.

In agosto, unendo CSNet e BITNet nasce CREN (Corporation for Research and Education Networking).

Nasce AARNet (Australian Academic Research Network).

Paesi connessi a NSFNET: Australia (AU), Germany (DE), Israel (IL), Italy (IT), Japan (JP), Mexico (MX), Netherlands (NL), New Zealand (NZ), Puerto Rico (PR), United Kingdom (UK).

1990

Cessa di esistere ARPANET. Il suo ruolo di dorsale verrà sostituito da NSFNET, che porterà collegamenti ed infrastrutture molto più veloci.

Paesi connessi a NSFNET: Argentina (AR), Austria (AT), Belgium (BE), Brazil (BR), Chile (CL), Greece (GR), India (IN), Ireland (IE), Korea (KR), Spain (ES), Switzerland (CH).

1991

Viene rilasciato il Gopher da Paul Linder e Mark MacChill dell’Università del Minnesota. E’ uno strumento client/server per la diffusione e il recupero dell’informazione in rete. Prima dell’avvento del WWW, era l’unico metodo per la ricerca delle informazioni.

Tim Benders-Lee (CERN), sviluppatore del linguaggio HTML, conia l’espressionel WWW (World Wide Web), il progetto di diffusione dell’informazione in modalità ipertestuale e ipermediale. Attraverso il sistema Web, è stato possibile introdurre una nuova e più semplice modalità di utilizzo della rete. Le pagine Web, realizzate tramite il linguaggio HTML, possono contenere collegamenti ipertestuali (o hyperlink) ed elementi multimediali.

PGP (Pretty Good Privacy) è rilasciato da Philip Zimmerman. E’ un applicativo software di crittografia di elevata sicurezza a chiave pubblica per MS-DOS, Unix, VAX/VMS e altre piattaforme per proteggere e-mail e file di dati. PGP permette di scambiare file e messaggi con riservatezza (solo le persone a cui è diretto il messaggio possono leggerlo), sicurezza di autenticità (il messaggio che sembra provenire da una particolare persona può solo essere stato inviato da quella persona) e comodità (senza il fastidio di dover gestire le chiavi associate al software di crittografia convenzionale). PGP, con un sofisticato sistema di gestione delle chiavi, associa la comodità del sistema di crittografia a chiave pubblica con la velocità della crittografia tradizionale. Comprende un sistema di firma digitale, comprime i dati ed è più veloce di molti altri applicativi.

La dorsale di NSFNet viene incrementata a T3 (44736 Mbps).

Paesi connessi a NSFNET: Croatia (HR), Czech Republic (CZ), Hong Kong (HK), Hungary (HU), Poland (PL), Portugal (PT), Singapore (SG), South Africa (ZA), Taiwan (TW), Tunisia (TN).

1992

Il numero degli host supera il milione.

1993

La Casa Bianca e le Nazioni Unite entrano online.

Il WWW prolifera ad un tasso annuo del 341,634%; la crescita di Gopher è del 997%. Internet cresce del 20% al mese.

Paesi connessi a NSFNET: Bulgaria (BG), Costa Rica (CR), Egypt (EG), Fiji (FJ), Ghana (GH), Guam (GU), Indonesia (ID), Kazakhstan (KZ), Kenya (KE), Liechtenstein (LI), Peru (PE), Romania (RO), Russian Federation (RU), Turkey (TR), Ukraine (UA), UAE (AE), US Virgin Islands (VI).

1994

25esimo anniversario di ARPANET/Internet. Sotto, Barry Wessler, Bob Taylor e Larry Roberts riuniti per i festeggiamenti. Il primo era program manager dell’ARPA’s Information Processing Techniques Office; al centro, il direttore dell’ufficio dal 1966 al 1969; a sinistra, il “padre di Internet”. Ingegnere, direttore e architetto principale dell’esperimento ARPA network.

 

Vladimir Levin di San Pietroburgo è il primo ladro di banche elettroniche: tra giugno e agosto trasferisce milioni di dollari dalla Citibank.

 

Due milioni e mezzo di macchine sono collegate e 18 milioni di utenti accedono alla rete. Nel 1988, le macchine in rete erano 56 mila e gli utenti 400 mila.

Il traffico di NSFNet è di 10 trilioni di byte al mese.

Si può ordinare una pizza da Hut online.

Paesi connessi a NSFNET: Algeria (DZ), Armenia (AM), Bermuda (BM), Burkina Faso (BF), China (CN), Colombia (CO), Jamaica (JM), Jordan (JO), Lebanon (LB), Lithuania (LT), Macau (MO), Morocco (MA), New Caledonia, Nicaragua (NI), Niger (NE), Panama (PA), Philippines (PH), Senegal (SN), Sri Lanka (LK), Swaziland (SZ), Uruguay (UY), Uzbekistan (UZ).

1995

La polizia di Hong Kong, alla ricerca di un hacker, disconnette tutti i provider tranne uno: 10000 persone scollegate.

Il 23 marzo la Sun lancia Java.

Nascono RealAudio e la prima radio commerciale 24 ore su 24 solo su Internet: Radio HK.

Dal 14 settembre la registrazione del domain non è più gratuita.

Il Vaticano entra online.

Con l’operazione Home Front, per la prima volta i soldati al campo si collegano con le case dei loro famigliari via Internet.

Suffissi internazionali registrati: Ethiopia (ET), Cote d’Ivoire (CI), Cook Islands (CK) Cayman Islands (KY), Anguilla (AI), Gibraltar (GI), Vatican (VA), Kiribati (KI), Kyrgyzstan (KG), Madagascar (MG), Mauritius (MU), Micronesia (FM), Monaco (MC), Mongolia (MN), Nepal (NP), Nigeria (NG), Western Samoa (WS), San Marino (SM), Tanzania (TZ), Tonga (TO), Uganda (UG), Vanuatu (VU).

1996

La dorsale di Internet viene incrementata aggiungendo circa 13000 porte, portando la velocità della connessione da 155 Mbps a 622 Mbps.

Nasce la “guerra dei browser” Netscape e Microsoft, che porta ad una nuova era di produzione del software, dove le nuove release vengono fatte con l’aiuto degli utenti che provano le versioni beta (preliminari). La valutazione delle beta è una fase indispensabile di verifica delle funzionalità del software, che fornisce al produttore utili suggerimenti e indicazioni relative alle situazioni nelle quali il software non ha funzionato come previsto.

Alcune restrizioni Internet:

Cina: per abbonarsi, bisogna registrarsi presso la polizia.

Germania: tolto l’accesso ad alcuni newsgroup di Compuserve.

Arabia Saudita: accesso a Internet consentito solo a ospedali e università.

Tecnologie: motori di ricerca, JAVA, Internet Phone.

Suffissi internazionali registrati: Qatar (QA), Central African Republic (CF), Oman (OM), Norfolk Island (NF), Tuvalu (TV), French Polynesia (PF), Syria (SY), Aruba (AW), Cambodia (KH), French Guiana (GF), Eritrea (ER), Cape Verde (CV), Burundi (BI), Benin (BJ) Bosnia-Hercegovina (BA), Andorra (AD), Guadeloupe (GP), Guernsey (GG), Isle of Man (IM), Jersey (JE), Lao (LA), Maldives (MV), Marshall Islands (MH), Mauritania (MR), Northern Mariana Islands (MP), Rwanda (RW), Togo (TG), Yemen (YE), Zaire (ZR).

1997

Tecnologia Push: il sito con il quale l’utente ha sottoscritto un abbonamento invia all’utente le informazioni non appena esse vengono cambiate.

Suffissi internazionali registrati: Falkland Islands (FK), East Timor (TP), R of Congo (CG), Christmas Island (CX), Gambia (GM), Guinea-Bissau (GW), Haiti (HT), Iraq (IQ), Lybia (LY), Malawi (MW), Martinique (MQ), Montserrat (MS), Myanmar (MM), French Reunion Island (RE), Seychelles (SC), Sierra Leone (SL), Somalia (SO), Sudan (SD), Tajkistan (TJ), Turkmenistan (TM), Turks and Caicos Islands (TC), British Virgin Islands (VG), Heard and McDonald Islands (HM), French Southern Territories (TF), British Indian Ocean Territory (IO), Scalbard and Jan Mayen Islands (SJ), St Pierre and Miquelon (PM), St Helena (SH), South Georgia/Sandwich Islands (GS), Sao Tome and Principe (ST), Ascension Island (AC), Tajikstan (TJ), US Minor Outlying Islands (UM), Mayotte (YT), Wallis and Futuna Islands (WF), Tokelau Islands (TK), Chad Republic (TD), Afghanistan (AF), Cocos Island (CC), Bouvet Island (BV), Liberia (LR), American Samoa (AS), Niue (NU), Equatorial New Guinea (GQ), Bhutan (BT), Pitcairn Island (PN), Palau (PW), DR of Congo (CD).

1998

Tecnologie: E-Commerce, Portali (il portale é la pagina che viene caricata automaticamente dal browser all’avvio. Permette un accesso selezionato ad alcuni siti di servizi e informazioni).

Suffissi internazionali registrati: Nauru (NR), Comoros (KM)

UNO SGUARDO AL FUTURO

Navigare con il cellulare
E’ il Nokia 7110, il primo telefonino predisposto a navigare in Rete e non solo quindi per chiacchierare. Sulla scia della finlandese Nokia sono già nati progetti di Bell Atlantic, France Telecom, Motorola, Tim, Omnitel, Toshiba e Sony per la connessione in qualsiasi momento in qualsiasi parte del mondo. Il telefonino del futuro sarà leggero, satellitare ed in grado di collegarsi a Internet, ma la sua diffusione non avverrà prima del 2005. I motivi principalmente sono due: uno tecnico, uno commerciale. Ai cellulari arrivano 14 mila caratteri al secondo, mentre i modem fissi corrono a 56 mila ed è già un valore poco sufficiente. In secondo luogo, si contrappongono due sistemi di codifica: Windows CE della Microsoft voluto dagli americani ed il progetto Symbiam di Nokia ed Ericsson europee. Intanto, dal Giappone e dagli Stati Uniti arriva l’Universal Mobile Telecommunications System, un sistema senza fili a che spara, a frequenze superiori ai 2 gigahertz, 125 pagine sul cellulare in qualsiasi momento. In Europa, l’attesa è per il 2005.
Per accendere il modem, inserire la presa
Se il collegamento telefonico è troppo lento, esiste un’alternativa: far correre ad impressionante velocità i contenuti web sulle migliaia e migliaia di chilometri di cavi elettrici. La tecnologia “terminale d’utente”, consente di collegare il personal alla più vicina cabina elettrica via cavo e da questa, attraverso la fibra ottica, fino al provider. Il sistema, già sperimentato a Manchester e a Milano con risultati positivi, presenta notevoli vantaggi: mentre si naviga, la linea telefonica rimane libera, mentre i costi diminuiscono esponenzialmente. La velocità di connessione, condizione più importante per i navigatori, è superiore al megabit al secondo, venti volte superiore alla velocità supportata da un modem a 56 Kbps. I dati in uscita dal computer, per fare in modo che non vi siano interferenze sulla linea, vengono modulati alla frequenza di 1 Mhz. Al contatore va applicato un piccolo dispositivo di ricezione da connettere attraverso un normale cavetto al personal. L’interfaccia di connessione si chiama Dpl 100, mentre per navigare si avrà bisogno di una scheda e di un software di comunicazione.
La nuova rete del Garr per la comunità scientifica
Nel 1997 è nato il progetto di rete a larga banda denominato Garr-b (Garr broadband), con lo scopo di formare una infrastruttura nazionale e internazionale per la formazione universitaria e la ricerca scientifica e tecnologica. Il progetto si evolverà nell’arco di tre anni, partendo da un’infrastruttura iniziale a 34 Mbps, per arrivare ai 155 Mbps e successivamente ai 622 Mbps e oltre. Alla rete accederanno tutte le università e gli Enti di ricerca italiani e si collegheranno con le reti a larga banda esistenti in ambito europeo e nordamericano. In seguito ad intese governative, il progetto renderà le infrastrutture a larga banda disponibili anche per gli organismi pubblici di ricerca di base che non sono coordinati dal Murst e a gestori di altre reti della Pubblica Amministrazione. La rete dovrà dare servizi a una comunità di circa due milioni di utilizzatori, tra docenti, ricercatori, studenti, frequentatori di biblioteche pubbliche, superando il limite attuale che, per esempio, permette un uso medio di mille megabit al secondo per utilizzatore se duemila persone usano contemporaneamente lo stesso collegamento internazionale. Iniziative analoghe sono attive in tutta Europa, come il progetto Superjanet inglese, la rete scientifica tedesca Win, la rete a larga banda Renater II francese o la rete olandese Surfnet.
(da PCWeek Italia, 26/6/98)
Internet 2 pronta al lancio
Mentre in Italia Internet ha iniziato il periodo di crescita intensiva solo da poco tempo, in America già dallo scorso anno si è concretizzato un progetto per far nascere la Rete delle Reti di seconda generazione. Internet 2 è nata da un’idea dell’Ucaid, University corporation for advanced Internet education, ed è sviluppata nell’ambito di Next generation Internet (Ngi), iniziativa del governo federale degli Stati Uniti che studia tecnologie ed applicazioni per il supporto alla ricerca e all’educazione. E’ frutto di uno sforzo di collaborazione tra più di 120 università americane, il governo degli Stati Uniti e vati partner industriali, per sviluppare tecnologie di rete avanzate. I principali obiettivi di Ngi e Internet 2 sono quelli di condurre ricerca e sviluppo nelle tecnologie di rete avanzate end-to-end riguardo a robustezza, affidabilità, sicurezza, qualità e differenziazione dei livelli di servizio. A tale proposito sono stati individuati due testbed: il primo, il 100x, connetterà 100 siti universitari, istituzioni federali e altri partner di ricerca ad una velocità end-to-end 100 volte superiore a quella dell’Internet attuale; il secondo, il 1000x, collegherà circa 10 siti assicurando prestazioni end-to-end 1000 volte maggiori di quelle odierne. Attraverso Internet 2 sarà possibile secondo gli esperti trasmettere il contenuto dell’intera enciclopedia britannica in meno di un secondo. Le iniziative congiunte di Internet 2 e Ngi promuoveranno una nuova generazione di tecnologie di rete, come quelle che stanno emergendo oggi per la gestione di segnali in tempo reale, la videoconferenza ad alta qualità e il collaborative working, che richiedono una larghezza di banda molto superiore rispetto a quella disponibile attualmente. Le applicazioni sono molteplici: potranno essere meglio supportate la ricerca scientifica e le strutture di sicurezza nazionale, l’educazione a distanza e il monitoraggio ambientale, le cure sanitarie e la ricerca biomedica. Nel decennio scorso molte realtà diverse, come le Agenzie governative federali, la comunità scientifica e le aziende private, hanno lavorato congiuntamente per sviluppare la maggior parte delle attuali tecnologie Internet, creando una realtà industriale da molti miliardi di dollari, che inizialmente era di esclusiva proprietà del governo federale americano, mentre adesso è pubblica e aperta al libero mercato. Con Internet 2 gli Stati Uniti vogliono ripetere l’esperimento: l’iniziativa sta rapidamente coinvolgendo un numero crescente di università, ma anche da parte delle imprese e dagli Oem del settore della comunicazione si guarda al progetto come sede ideale per lo sviluppo e la sperimentazione di sistemi di nuova generazione. Mentre è stata recentemente installata in Europa la Ten-34, una rete fondata dall’Unione Europea che viaggia a 34 Mbps e che raggiungerà a breve termine la velocità di 155 Mbps, Internet 2 opererà invece a 2,4 Gbps, su reti Sonec Oc 48.
(da PCWeek Italia, 26/6/98)
Le critiche a Internet 2: la velocità a quale prezzo?
Il futuro della grande rete, voluto dal governo degli Stati Uniti, in collaborazione con 150 università americane e grandi aziende delle telecomunicazioni e dell’informatica, non è ben accetto dagli utenti. Per poter fare entrare la larga banda nelle case, possono essere usati i cable-modem che digitalizzano le esistenti reti di tv via cavo o i supermodem X-Dsl che sono in grado di accelerare la trasmissione sul normale doppino telefonico. Entrambe le soluzioni snaturano però il concetto originale di Internet e della sua architettura aperta, che ha portato al successo nel mondo la ragnatela. Il collegamento via cavo fa capo ad un solo fornitore di servizio che diventa quindi anche un Internet provider e nello stesso tempo il fornitore dei contenuti. In pratica, all’accesso ad Internet verrà fornito un pacchetto di contenuti ad accesso veloce, che stravolgerebbe il concetto di eguaglianza che regna oggi sulla rete, imponendo percorsi ben precisi. Il futuro è una rete più veloce ma più chiusa rispetto alla precedente, che sembra già compromesso dalle leggi del mercato. Gli utenti americani infatti, avanguardia degli utenti Internet del mondo, non sembrano preferire la nuova soluzione e solo il due percento ha optato per i cable modem e per l’alta velocità.

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