COS’ E’ INTERNET?
Internet è la più grande rete di calcolatori del mondo, che
esula dai confini geografici e dalle limitatezze
trasmissive. E’ una “rete di reti” nella
quale varie reti informatiche possono collegarsi tra loro in
modo permanente o provvisorio e scambiarsi liberamente
informazioni.
Internet è l’insieme delle reti IP interconnesse, cioè le
migliaia di reti di computer locali, regionali ed
internazionali, interconnesse in tempo reale mediante la
serie di protocolli di internetworking TCP/IP, anche se
alcune parti di Internet eseguono e supportano anche altri
protocolli (OSI, Novell IPX, AppleTalk, DECnet).
Per Internet si intendono anche i milioni di computer
collegati a queste reti in ogni parte del mondo,
appartenenti ad aziende, organizzazioni, privati, ecc.
Internet è un fenomeno tecnologico, ma anche culturale e
antropologico, le cui radici affondano in un passato recente
che, nella scala del tempi tecnologici informatici a cui ci
hanno abituati gli ultimi decenni, è già preistoria.
COSA SI PUO’ FARE IN INTERNET?
Mediante un’attrezzatura poco costosa, chiunque può
reperire informazioni in rete su qualsiasi argomento ed in
qualsiasi momento. Per accedere alla rete è sufficiente un
computer dotato di modem, l’abbonamento ad un provider
(il fornitore del collegamento) e un browser per la
navigazione.
Gli utenti collegati ad Internet accedono ad un mondo senza
confini, dove è possibile incontrare persone che vivono
lontanissime o coltivare rapporti di amicizia con persone
mai viste.
E’ possibile scambiare messaggi di posta elettronica,
filmati, testi o programmi; essendo la rete il sistema di
comunicazione più efficiente del mondo, può recapitare i
dati anche in presenza di gravi problemi tecnici.
Ecco quello che appare in rete:
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Il World Wide Web è uno strumento,
dotato di interfaccia grafica intuitiva, che
permette agli utenti di accedere alle informazioni
ed interagire con esse. Le pagine Web possono
contenere elementi multimediali, quali filmati,
suoni, animazioni e collegamenti ipertestuali. Sono
pagine, più o meno ricche su qualsiasi argomento,
realizzate da privati, associazioni, aziende, ecc.
Chiunque può arricchire questa biblioteca mondiale
con la propria collaborazione. Il linguaggio
utilizzato per realizzare il sistema Web è
l’HTTP (Hypertext Transfer Protocol). Per
visualizzare ed interagire con tale sistema è
necessario disporre di un browser, come
l’lnternet Explorer della Microsoft o il
Netscape Navigator.
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Prima dell’avvento del WWW era molto
utilizzato il protocollo FTP (File
Transfer Protocol), che permetteva di trasferire
file da altri sistemi al proprio terminale e
viceversa. Questo strumento è ancora oggi molto
usato, dato che è compreso come funzione nei browser
Web. Il vecchio sistema FTP, non consentiva di
visionare il contenuto dei file prima di scaricarli,
mentre con i browser attuali è possibile
visualizzare i file per decidere successivamente
cosa trasferire.
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Il sistema Gopher è stato per lungo
tempo l’unico mezzo per trovare informazioni
in rete. Ora è stato soppiantato dai moderni motori
di ricerca del sistema Web, in grado di individuare
l’oggetto cercato sia presso i siti Web (il
cui URL inizia con il suffisso http://), sia presso
i siti Gopher (il cui URL inizia con il suffisso
gopher://).
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Uno dei più noti servizi in rete è l’e-mail
o posta elettronica. I messaggi inviati raggiungono
il destinatario in pochi minuti.
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Usenet è un sistema di
newsgroup (gruppi di discussione),
dove è possibile accedere per scambiare opinioni con
persone sull’argomento del newsgroup. Per
accedere al sistema è necessario un newsreader, un
programma adatto a leggere e scrivere messaggi alle
persone del gruppo di discussione.
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Telnet è un metodo di accesso alla
rete, che richiede la conoscenza del sistema
operativo UNIX. Questo strumento è stato reso
obsoleto dalle amichevoli interfacce dei browser
Web.
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CHI GOVERNA INTERNET?
Esiste un’autorità principale cui la rete delle reti fa
riferimento: la Internet Society, o ISOC, costituita da
rappresentanti volontari di ciascuna utenza.
Questo a sua volta nomina un “consiglio degli
anziani”, l’Internet Architecture Board, o IAB, al
quale spetta la responsabilità tecnica della rete. Deve
valutare e approvare gli standard di comunicazione, vagliare
le richieste di adesione e decidere l’assegnazione degli
indirizzi, presentare critiche e suggerimenti in occasione
dei meeting dell’Internet Task Force.
L’IETF è un’organizzazione volontaria i cui membri
discutono periodicamente i temi sollevati. Chiunque può
partecipare ai meeting e far parte dei gruppi di studio,
poiché l’autocontrollo di Internet avviene attraverso la
rete stessa.
STORIA DI INTERNET
Le origini di Internet risalgono agli anni Sessanta,
quando divenne operativo un progetto sperimentale
militare statunitense commissionato dal Dipartimento
della Difesa all’agenzia governativa ARPA (Advanced
Research Projects Agency). Scopo del progetto era la
creazione di una struttura informativa strategica
che permettesse di costituire un collegamento tra il
Dipartimento della Difesa e tutti i soggetti che con
esso avevano un contatto per ricerche di carattere
militare.
Tale collegamento, concepito per funzionare anche in
caso di catastrofe nucleare, non doveva dipendere da
nessuno dei suoi singoli nodi, contrariamente alle
reti di comunicazione tradizionali, come quella
telefonica o telegrafica: in caso di avaria o di
attacco nemico ad un nodo della rete, le
comunicazioni dovevano essere assicurate comunque
tra tutti i centri ancora operativi. Ciò era
possibile se la struttura della rete non fosse
accentrata, ma costituita in modo che ciascun
calcolatore fosse autonomo nella comunicazione con
gli altri nodi.
Ulteriore affidabilità sarebbe stata assicurata dal
supporto del collegamento, non più su linea
dedicata, ma sulle normali linee telefoniche.
L’idea era sicuramente rivoluzionaria, perché dalla
tecnica della commutazione di circuito (circuit
switching), che si implementava collegando ciascun
nodo a linee dedicate costosissime, si decise per
l’adozione di una nuova tecnologia, la commutazione
a pacchetto (packet switching). Con quest’ultima
tecnica di trasmissione dati, era possibile
suddividere le informazioni in blocchi discreti, i
“pacchetti”, appunto, e farli viaggiare
verso la loro destinazione.
Questi moduli indipendenti portano con sé
l’indirizzo del mittente, quello del destinatario e
l’ordine di trasmissione, in modo da consentire alla
macchina ricevente di ricomporre il messaggio
ricostruendo l’esatta sequenza di pacchetti che lo
compongono. Sulla linea telefonica viaggiano
contemporaneamente numerosi segnali e la vecchia
nozione di rete, dove ogni pacchetto viaggiava su
binari unici senza poter superare o dare la
precedenza ad altri, viene rivisitata attraverso un
approccio innovativo alla trasmissione dei dati.
Ora, i pacchetti sfrecciano su un’autostrada a più
corsie, superandosi o dandosi la precedenza: se
parte dell’informazione giungesse danneggiata,
gli altri pacchetti arriverebbero comunque a
destinazione.
Il sistema doveva rispondere a tre requisiti
fondamentali: robustezza, flessibilità ed
eterogeneità.
Per robustezza s’intendeva che il funzionamento
della rete doveva avvenire in qualunque condizione.
In caso di malfunzionamento o di eliminazione di uno
o più dei suoi nodi, la rete doveva essere in grado
di riconfigurarsi autonomamente permettendo ai dati
di raggiungere comunque la loro destinazione
attraverso un percorso alternativo. Ciò si realizza
attraverso il concetto di routing, ovvero
l’attraversamento di più macchine per raggiungere il
nodo destinazione.
Flessibilità significa la possibilità di connettere
o disconnettere sezioni della rete con un impiego
quasi nullo di risorse. Per mettere in rete un nuovo
nodo, era sufficiente implementarvi i protocolli di
rete e connetterlo a un qualsiasi altro nodo già
esistente.
Eterogeneità implica che le risorse disponibili in
rete siano in grado di dialogare tra loro,
indipendentemente dalle differenze fisiche o di
architettura logica. In questo modo, la rete supera
vincoli imposti dalla presenza di standard
costruttivi differenti.
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Grazie al lavoro di esperti informatici delle più
importanti Università nordamericane entrarono in
funzione, nel 1969, quattro IMP (Interface Message
Processor): quattro macchine che per la prima volta
implementavano il protocollo di comunicazione della
nuova rete, cioè l’insieme delle regole a cui devono
attenersi i nodi della rete stessa per dialogare tra
loro.
Questi primi quattro nodi vennero dislocati presso
l’Università della California di Los Angeles e di
Santa Barbara, lo Stanford Research Institute, e
l’Università dello Utah.
La nuova rete venne battezzata ARPAnet e consentiva
la connessione di un massimo di 256 nodi diversi. I
primi servizi forniti erano la connessione remota
interattiva (Telnet), il trasferimento file (ftp) e,
negli anni successivi, la posta elettronica.
Il progetto, di carattere militare, rimase tale fino
alla fine degli anni Settanta. Della struttura
fecero parte anche la National Science Foundation,
la NASA, il Department of Energy e la rete costituì
la base della ricerca statunitense.
ARPAnet suscitò immediatamente interesse nella
comunità ristretta di militari e scienziati, mentre
cresceva esponenzialmente il numero delle richieste
di connessione da parte di altri enti e istituzioni,
che potevano disporre di un nuovo strumento adatto
alle proprie necessità di trasmissione di file e di
documenti.
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Dalla filosofia della commutazione a pacchetto e
della rete non gerarchica, nacquero altre reti e si
affermò il concetto di internetworking, cioè la
condivisione di risorse tra reti fisicamente
distinte.
Un’unica rete planetaria, infatti, avrebbe
comportato un’eccessiva vulnerabilità, oltre che
elevati costi di mantenimento e di aggiornamento
della struttura. Meglio quindi una rete delle reti,
una “ragnatela” di reti locali e
regionali interoperanti tra loro.
Per renderlo aderente alle nuove esigenze di
commutazione tra reti eterogenee, la Defense
Advanced Project Research Agency (DARPA) riprese e
sviluppò l’originario protocollo del controllo di
rete, l’NCP (Network Control Protocol).
Il nuovo software si articolava in due parti: il
protocollo di controllo della trasmissione TCP
(Transmission Control Protocol), che era dedicato
allo smistamento delle informazioni e il protocollo
Internet IP (Internet Protocol), che costituiva la
procedura di utilizzo della rete. Il TCP/IP, venne
implementato ufficialmente dalle macchine connesse
dal primo gennaio 1983. Grazie alle sovvenzioni del
governo americano, le specifiche di questi
protocolli furono rese pubbliche, comportando la
diffusione del TCP/IP su ogni tipo di
piattaforma.
Con la conversione ai nuovi protocolli, progettati
per consentire un traffico tra migliaia di reti, la
crescita di ARPAnet diventerà esponenziale.
L’incremento delle connessioni era dovuto
principalmente alla struttura decentrata della rete
e dai protocolli di trasmissione, resi pubblici.
Questo comportò un carico non indifferente di
problemi di gestione.
Il Dipartimento della Difesa decise così di separare
nettamente gli elaboratori militari dalla struttura,
originando il network specializzato con scopi
militari MILnet da ARPAnet, che mantenne l’obiettivo
originario di supporto alla ricerca scientifica e
che diventerà ben presto Internet.
Nei 15 anni successivi nacquero numerose reti
regionali, i cui scopi erano per lo più scientifici
e di ricerca, come BITnet, CSnet, USEnet, tutte
collegate tra di loro e quindi con ARPAnet.
Negli anni Ottanta, venne creata dalla National
Science Foundation la rete NSFnet, composta da
superelaboratori. La nuova rete si dimostrò più
efficiente rispetto ad ARPAnet, che nel 1990, con la
disattivazione dell’ultimo dei suoi nodi originari,
si “spense” definitivamente.
Si delineò così il concetto di Internet, il prodigio
tecnologico finale, capace di veicolare, riassumere
e assimilare i mezzi di comunicazione già esistenti
e di ricondurre a sé ogni futura modalità
comunicativa. Diventerà uno strumento unico per
comunicare con tutto il mondo, mediante una
dotazione tecnologica alla portata di tutti.
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LA SCENA ITALIANA
In Italia, Internet è giunta attraverso centri di ricerca e
università. La rete è diventata popolare negli ambienti di
ricerca nella seconda metà degli anni Ottanta, come accesso
ai centri di calcolo e laboratori soprattutto americani.
L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed il Consiglio
Nazionale delle Ricerche erano già dotati di una rete di
calcolatori che connetteva i propri istituti sparsi sul
territorio italiano, ma le organizzazioni private e
commerciali rimanevano escluse.
L’unica rete italiana presente era Itapac, che però con
TCP/IP e Internet ha poco a che fare. In quel periodo era
particolarmente usata l’estensione europea dell’americana
Bitnet: EARN, fortemente voluta da IBM.
Storicamente, il primo fornitore di accessi IP a privati è
stato IUNet, network di I2u, l’associazione italiana di
utenti Unix.
Ben presto però il problema della connettività esplose in
maniera disorganica: ogni ente modificava la propria rete
senza tenere conto della situazione globale. Una tale
gestione disorganizzata portava a duplicazioni di linee e
connessioni per interessi analoghi, con evidenti sprechi di
risorse.
Da queste esigenze nacque nel 1988 il GARR (Gruppo per
l’Armonizzazione delle Reti per la Ricerca), un ente
preposto al coordinamento delle reti universitarie,
riconosciuto dal Ministero per la Ricerca Scientifica e
Tecnologica (MURST) nel 1990. Compiti del GARR erano lo
studio della razionalizzazione delle linee trasmissive e la
pianificazione dei flussi di traffico, per poter dare vita
ad una potente struttura portante (backbone, o dorsale: rete
centralizzata ad alta velocità che collega reti indipendenti
più piccole) per le reti di ricerca italiane.
I sei enti facenti parte del GARR sono: CILEA (Consorzio
Interuniversitario Lombardo per l’Elaborazione Automatica),
CINECA (Consorzio Italia Nord – Est per il Calcolo
Automatico), CNR (Istituto Nazionale delle Ricerche), CSATA
(Consorzio Tecnopolis Novus Ortus), ENEA (Ente Nazionale per
le Energie Alternative), INFN (Istituto Nazionale per la
Fisica Nucleare).
Attraverso finanziamenti del MURST, il GARR noleggiò linee
ad alta velocità (2 Mbps). Inizialmente la struttura
prevedeva un Comitato di Gestione (GARR-CDC), un Comitato
Tecnico Esecutivo (GARR-CTE) da cui dipartivano i gruppi di
lavoro per ogni protocollo (GARR-IP, GARR-DEC, GARR-SNA,
GARR-X25) e quello dedicato alla posta elettronica
(GARR-PE). La rete GARR supporta contemporaneamente i
protocolli TCP/IP, SNA, Decnet, X.25, permettendo quindi il
collegamento a Internet, alla rete HEPNet (rete della fisica
delle alte energie, protocolli Decnet), all’EARN (ora
associata a RARE) e alle reti di ricerca che implementino il
protocollo X.25.
Il GARR darà il suo stesso nome alla dorsale italiana fra le
reti accademiche italiane: alla fine del 1994, gli enti di
ricerca e le università italiane sono connesse; l’Italia
viene collegata al resto del mondo tramite tre linee
internazionali: verso gli Stati Uniti, verso il CERN di
Ginevra, una verso la rete EuropaNET.
In questi ultimi anni, la crescita dei nodi e delle
connessioni è stata impressionante, supportata anche dalla
presenza sul mercato di numerosi provider, che offrono,
attraverso la sottoscrizione di un abbonamento, la
possibilità di accedere ad Internet attraverso le loro
macchine.
TIMELINE
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1957
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La Russia lancia il satellite Sputnik; gli
Stati Uniti rispondono formando
l’agenzia ARPA, Advanced Research
Projects Agency.
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1961
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Formulazione delle prime teorie sulla
commutazione a pacchetto: un messaggio viene
frammentato in più parti chiamate pacchetti,
che viaggiano indipendenti verso
destinazione e quindi riassemblati.
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1966
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Prima formulazione del piano di ARPANET.
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1967
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Viene attivata la rete sperimentale NPL
(National Physical Laboratory) in
Inghilterra. La rete, a commutazione di
pacchetto, usava linee a 768kbps. La nuova
filosofia era già stata sperimentata anche
dalla Societè Internationale de
Telecommunications Aeronatiques.
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1968
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Presentazione della rete packet-switching
(PS) all’agenzia ARPA.
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La BBN (Bolt Beranek and Newman Inc.)
ottiene il contratto per la costruzione
degli IMP (Interface Message Processor).
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1969
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ARPANET viene commissionata dal Ministero
della Difesa per ricerche sul networking.
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La BBN costruisce gli IMP (mini computer
Honeywell DDP-516 con 12K di memoria); la
AT&T fornisce linee a 50kbps.
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Primo nodo (30 agosto): presso l’UCLA
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Funzione: Network Measurement Center
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Sistema, SO: SDS SIGMA 7, SEX
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Secondo nodo (1 ottobre): presso il Stanford
Research Institute (SRI)
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Funzione: Network Information Center
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Sistema: SDS 940/GENIE
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Terzo nodo (1 novembre): presso
l’Università della California di Santa
Barbara (UCSB)
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Funzione: Culler – Fried
Interactive Mathematics
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Sistema: SDS 940/GENIE
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Quarto nodo (dicembre): presso
l’Università dello Utah
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Funzione: Grafica (Graphics)
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Sistema, SO: DEC PDP-10, Tenex
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Il primo pacchetto viene spedito in ottobre
dall’UCLA mentre cercava di
connettersi con l’SRI. Il messaggio di
sistema risultante è stato il crash di
sistema mentre veniva immessa la lettera G
di LOGIN.
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1970
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Gli host di ARPANET adottano il protocollo
NCP (Network Control Protocol), il primo
protocollo host-to-host.
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Viene installato il primo collegamento
cross-country a 56kbps tra UCLA e BBN. Una
seconda linea è aggiunta tra MIT e
l’Università dello Utah.
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1971
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15 nodi (23 host): UCLA, SRI, UCSB,
University of Utah, BBN, MIT, RAND, SDC,
Harward, Lincoln Laboratories, Stanford,
UIU(C), CWRU, CMU, NASA/Ames.
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La BBN costruisce IMP usando il meno caro
Honeywell 316. Gli IMP erano limitati a 4
connessioni a host e così la BBN costruisce
terminali IMP (TIP) che supportano 64 host.
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Ray Tomlinson della BBN realizza il
programma di e-mail. Il programma deriva dal
SENDMSG (programma di scambio di messaggi
tra macchine) e dal CPYNET (programma
sperimentale di trasferimento file).
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1972
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Viene scelto il simbolo @. Indica a quale
provider si appoggia ciascun utente della
rete: gli indirizzi di posta elettronica
sono infatti scritti con la formula
nome@fornitorediaccesso.
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In marzo, Ray Tomlinson modifica il suo
programma di e-mail per ARPANET, dove
ottiene un forte successo. Il successo delle
e-mail fu inaspettato, ma il sistema della
posta elettronica presentava effettivamente
notevoli vantaggi. Al contrario di quanto
avviene attraverso la normale corrispondenza
postale, il destinatario, anche se di grado
superiore o più anziano, non si offende per
eventuali errori di battitura o per il
linguaggio informale. Rispetto al telefono,
l’e-mail rappresenta un messaggio che
può essere facilmente conservato e non
necessita la presenza contemporanea dei due
interlocutori.
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In luglio, Larry Roberts scrive il primo
programma di gestione di e-mail, per
filtrare i messaggi, leggerli, rispondere.
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1973
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Prime connessioni internazionali ad ARPANET:
University College of London (Inghilterra) e
Royal Radar Establishment (Norvegia).
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Si delinea l’idea di Ethernet, testata
sui computer della Xerox PARC’s Alto.
La prima rete Ethernet prende così in maggio
il nome di Alto Aloha System. Ethernet è il
più diffuso protocollo per la trasmissione
dati in reti locali. Basata sull’utilizzo di
apposite schede inserite nei computer e
collegate tra loro mediante cavo coassiale,
consente una velocità di 10Mbps e si basa
sull’ascolto delle altre stazioni sul cavo
prima di iniziare a trasmettere.
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Numero degli utenti di ARPANET stimato
intorno ai 2000; il 75% del traffico in rete
è dato dalle e-mail.
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Blocco nel giorno di Natale: per un problema
di harware degli IMP di Harvard, tutti gli
altri IMP spediscono il loro traffico verso
Harvard.
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1974
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Vint Cerf e Bob Kahn illustrano i dettagli del
Transmission Control Program (TCP).
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Nasce Telnet, un programma in grado di
collegarsi ad un terminale remoto, impiegato
per la connessione da un host ad un altro
host ovunque nella rete.
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1975
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La prima mailing list di ARPANET, MsgGroup,
è creata da Steve Walker. In una mailing
list non ufficiale, SF-Lovers, si parla di
fantascienza e diventa la più popolare negli
anni seguenti.
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1976
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La regina d’Inghilterra, Elizabeth II
spedisce in febbraio una e-mail dal RSRE
(Malvern).
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Mike Lesk presso gli AT&T Bell Labs crea
l’UUCP (Unix-to-Unix Copy Protocol),
il protocollo che verrà adottato un paio di
anni dopo dalla rete Usenet, per sistemi
Unix. Questa rete, basata
sull’architettura client-server
(client-host), offriva i servizi di news e
di posta.
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1977
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Nascono Theorynet (dell’Università del
Wisconsin) e Tymnet (della Tymshare).
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1979
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L’ARPA stabilisce la ICCB (Internet
Configuration Control Board).
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Kevin MacKenzie suggerisce al MsgGroup
l’idea dell’emoticons, chiamate
anche smiley. Sono faccine ruotate di 90
gradi e realizzate tramite la punteggiatura,
le parentesi e tutti gli altri caratteri
della tastiera. La posta elettronica, non
può essere considerata alla stregua di una
vera e propria lettera: pur trattandosi di
documenti scritti, è caratterizzata
dall’immediatezza e dalla spontaneità
tipiche di una conversazione orale.
Attraverso le emoticons, è possibile
esprimere anche a distanza le proprie
emozioni. Così, “sei stupido!”
seguito dal faccino sorridente 🙂 evidenzia
l’intenzione scherzosa del messaggio
ed evita eventuali fraintendimenti da parte
del lettore. A quel tempo, le emoticons
vennero ignorate da tutti; oggi, con la
comunicazione telematica sempre più
frequente, vengono usate largamente, con un
insieme rivoluzionario di nuove regole di
stile.
Ecco le emoticons più famose:
🙂 sorriso
😉 strizzatina
:O urlo
😀 riso dell’interlocutore
:-> sarcasmo, ironia
🙁 disappunto, rabbia, tristezza
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:-/ rassegnazione
;-( pianto
:-II ira
:[ depressione
*<|:-) Babbo Natale
3:-0 mucca
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1981
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Nasce BITNET (Because It’s Time
NETwork), basata sul protocollo NJE dei
sistemi IBM. Oggi è amministrata dalla
Bitnet Network Information Center o BITNIC.
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Nascono CSNET (Computerscience Network) e la
francese Minitel (Teletel) della France
Telecom.
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1982
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ARPA stabilisce la suite di protocollo
TCP/IP per ARPANET. Nasce così la
definizione di “Internet”, come
set di reti connesse.
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1983
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Primo gennaio: passaggio da NCP a TCP/IP.
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ARPANET si divide in ARPANET e MILNET,
l’ultima si integra nella Defense Data
Network creata l’anno precedente. 68 di 113
nodi passano a MILNet.
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Nasce MINet (Movement Information Net)
europea: si connette a Internet in
settembre.
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1984
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Introdotto il concetto di DNS (Domain Name
Server): indirizzo Internet che identifica
univocamente il sito di una certa società o
persona.
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Il numero degli host supera i 1000.
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La Russia si connette a USENet.
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Nascono JUNet (Japan Unix Network) e JANet
(Joint Academic Net).
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1985
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In marzo, il primo dominio registrato è
Symbolics.com. I successivi: cmu.edu,
purdue.edu, rice.edu, ucla.edu, css.gov.
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1986
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Nasce NSFNet (velocità della dorsale:
56kbps). Questa provoca un’esplosione di
connessioni, in special modo di università.
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Internet Engineering Task Force (IETF) e
Internet Research Task Force (IRTF) nascono
sotto l’IAB, il consiglio per la
pianificazione delle attività in Internet.
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1987
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Il numero degli host supera i 10000; quelli
di BITNet i 1000.
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1988
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Un programma nato per monitorare la
struttura della rete, l’”Internet
worm”, diventa una vera e propria
piaga virale ed infetta circa 6000 dei 60000
host.
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La dorsale di NSFNet viene incrementata a T1
(1544 Mbps).
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Sviluppato da Jarkko Oikarinen l’IRC
(Internet Relay Chat): è un servizio che
consente agli utenti di partecipare in tempo
reale a conversazioni in rete.
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Nascono CERFNet (California Education and
Research Federation Network) e Fidonet.
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Paesi connessi a NSFNET: Canada (CA),
Denmark (DK), Finland (FI), France (FR),
Iceland (IS), Norway (NO), Sweden (SE).
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1989
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Il numero degli host supera i 100000.
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In agosto, unendo CSNet e BITNet nasce CREN
(Corporation for Research and Education
Networking).
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Nasce AARNet (Australian Academic Research
Network).
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Paesi connessi a NSFNET: Australia (AU),
Germany (DE), Israel (IL),
Italy (IT), Japan (JP),
Mexico (MX), Netherlands (NL), New Zealand
(NZ), Puerto Rico (PR), United Kingdom (UK).
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1990
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Cessa di esistere ARPANET. Il suo ruolo di
dorsale verrà sostituito da NSFNET, che
porterà collegamenti ed infrastrutture molto
più veloci.
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Paesi connessi a NSFNET: Argentina (AR),
Austria (AT), Belgium (BE), Brazil (BR),
Chile (CL), Greece (GR), India (IN), Ireland
(IE), Korea (KR), Spain (ES), Switzerland
(CH).
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1991
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Viene rilasciato il Gopher da Paul Linder e
Mark MacChill dell’Università del Minnesota.
E’ uno strumento client/server per la
diffusione e il recupero dell’informazione
in rete. Prima dell’avvento del WWW,
era l’unico metodo per la ricerca
delle informazioni.
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Tim Benders-Lee (CERN), sviluppatore del
linguaggio HTML, conia l’espressionel
WWW (World Wide Web), il progetto di
diffusione dell’informazione in modalità
ipertestuale e ipermediale. Attraverso il
sistema Web, è stato possibile introdurre
una nuova e più semplice modalità di
utilizzo della rete. Le pagine Web,
realizzate tramite il linguaggio HTML,
possono contenere collegamenti ipertestuali
(o hyperlink) ed elementi multimediali.
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PGP (Pretty Good Privacy) è rilasciato da
Philip Zimmerman. E’ un applicativo
software di crittografia di elevata
sicurezza a chiave pubblica per MS-DOS,
Unix, VAX/VMS e altre piattaforme per
proteggere e-mail e file di dati. PGP
permette di scambiare file e messaggi con
riservatezza (solo le persone a cui è
diretto il messaggio possono leggerlo),
sicurezza di autenticità (il messaggio che
sembra provenire da una particolare persona
può solo essere stato inviato da quella
persona) e comodità (senza il fastidio di
dover gestire le chiavi associate al
software di crittografia convenzionale).
PGP, con un sofisticato sistema di gestione
delle chiavi, associa la comodità del
sistema di crittografia a chiave pubblica
con la velocità della crittografia
tradizionale. Comprende un sistema di firma
digitale, comprime i dati ed è più veloce di
molti altri applicativi.
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La dorsale di NSFNet viene incrementata a T3
(44736 Mbps).
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Paesi connessi a NSFNET: Croatia (HR), Czech
Republic (CZ), Hong Kong (HK), Hungary (HU),
Poland (PL), Portugal (PT), Singapore (SG),
South Africa (ZA), Taiwan (TW), Tunisia
(TN).
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1992
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Il numero degli host supera il milione.
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1993
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La Casa Bianca e le Nazioni Unite entrano
online.
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Il WWW prolifera ad un tasso annuo del
341,634%; la crescita di Gopher è del 997%.
Internet cresce del 20% al mese.
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Paesi connessi a NSFNET: Bulgaria (BG),
Costa Rica (CR), Egypt (EG), Fiji (FJ),
Ghana (GH), Guam (GU), Indonesia (ID),
Kazakhstan (KZ), Kenya (KE), Liechtenstein
(LI), Peru (PE), Romania (RO), Russian
Federation (RU), Turkey (TR), Ukraine (UA),
UAE (AE), US Virgin Islands (VI).
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1994
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25esimo anniversario di ARPANET/Internet.
Sotto, Barry Wessler, Bob Taylor e Larry
Roberts riuniti per i festeggiamenti. Il
primo era program manager
dell’ARPA’s Information
Processing Techniques Office; al centro, il
direttore dell’ufficio dal 1966 al
1969; a sinistra, il “padre di
Internet”. Ingegnere, direttore e
architetto principale dell’esperimento
ARPA network.
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Vladimir Levin di San Pietroburgo è il primo
ladro di banche elettroniche: tra giugno e
agosto trasferisce milioni di dollari dalla
Citibank.
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Due milioni e mezzo di macchine sono
collegate e 18 milioni di utenti accedono
alla rete. Nel 1988, le macchine in rete
erano 56 mila e gli utenti 400 mila.
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Il traffico di NSFNet è di 10 trilioni di
byte al mese.
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Si può ordinare una pizza da Hut online.
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Paesi connessi a NSFNET: Algeria (DZ),
Armenia (AM), Bermuda (BM), Burkina Faso
(BF), China (CN), Colombia (CO), Jamaica
(JM), Jordan (JO), Lebanon (LB), Lithuania
(LT), Macau (MO), Morocco (MA), New
Caledonia, Nicaragua (NI), Niger (NE),
Panama (PA), Philippines (PH), Senegal (SN),
Sri Lanka (LK), Swaziland (SZ), Uruguay
(UY), Uzbekistan (UZ).
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1995
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La polizia di Hong Kong, alla ricerca di un
hacker, disconnette tutti i provider tranne
uno: 10000 persone scollegate.
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Il 23 marzo la Sun lancia Java.
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Nascono RealAudio e la prima radio
commerciale 24 ore su 24 solo su Internet:
Radio HK.
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Dal 14 settembre la registrazione del domain
non è più gratuita.
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Il Vaticano entra online.
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Con l’operazione Home Front, per la prima
volta i soldati al campo si collegano con le
case dei loro famigliari via Internet.
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Suffissi internazionali registrati: Ethiopia
(ET), Cote d’Ivoire (CI), Cook Islands
(CK) Cayman Islands (KY), Anguilla (AI),
Gibraltar (GI), Vatican (VA), Kiribati (KI),
Kyrgyzstan (KG), Madagascar (MG), Mauritius
(MU), Micronesia (FM), Monaco (MC), Mongolia
(MN), Nepal (NP), Nigeria (NG), Western
Samoa (WS), San Marino (SM), Tanzania (TZ),
Tonga (TO), Uganda (UG), Vanuatu (VU).
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1996
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La dorsale di Internet viene incrementata
aggiungendo circa 13000 porte, portando la
velocità della connessione da 155 Mbps a 622
Mbps.
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Nasce la “guerra dei browser”
Netscape e Microsoft, che porta ad una nuova
era di produzione del software, dove le
nuove release vengono fatte con l’aiuto
degli utenti che provano le versioni beta
(preliminari). La valutazione delle beta è
una fase indispensabile di verifica delle
funzionalità del software, che fornisce al
produttore utili suggerimenti e indicazioni
relative alle situazioni nelle quali il
software non ha funzionato come previsto.
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Alcune restrizioni Internet:
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Cina: per abbonarsi, bisogna
registrarsi presso la polizia.
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Germania: tolto l’accesso ad alcuni
newsgroup di Compuserve.
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Arabia Saudita: accesso a Internet
consentito solo a ospedali e
università.
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Tecnologie: motori di ricerca, JAVA,
Internet Phone.
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Suffissi internazionali registrati: Qatar
(QA), Central African Republic (CF), Oman
(OM), Norfolk Island (NF), Tuvalu (TV),
French Polynesia (PF), Syria (SY), Aruba
(AW), Cambodia (KH), French Guiana (GF),
Eritrea (ER), Cape Verde (CV), Burundi (BI),
Benin (BJ) Bosnia-Hercegovina (BA), Andorra
(AD), Guadeloupe (GP), Guernsey (GG), Isle
of Man (IM), Jersey (JE), Lao (LA), Maldives
(MV), Marshall Islands (MH), Mauritania
(MR), Northern Mariana Islands (MP), Rwanda
(RW), Togo (TG), Yemen (YE), Zaire (ZR).
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1997
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Tecnologia Push: il sito con il quale
l’utente ha sottoscritto un abbonamento
invia all’utente le informazioni non appena
esse vengono cambiate.
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Suffissi internazionali registrati: Falkland
Islands (FK), East Timor (TP), R of Congo
(CG), Christmas Island (CX), Gambia (GM),
Guinea-Bissau (GW), Haiti (HT), Iraq (IQ),
Lybia (LY), Malawi (MW), Martinique (MQ),
Montserrat (MS), Myanmar (MM), French
Reunion Island (RE), Seychelles (SC), Sierra
Leone (SL), Somalia (SO), Sudan (SD),
Tajkistan (TJ), Turkmenistan (TM), Turks and
Caicos Islands (TC), British Virgin Islands
(VG), Heard and McDonald Islands (HM),
French Southern Territories (TF), British
Indian Ocean Territory (IO), Scalbard and
Jan Mayen Islands (SJ), St Pierre and
Miquelon (PM), St Helena (SH), South
Georgia/Sandwich Islands (GS), Sao Tome and
Principe (ST), Ascension Island (AC),
Tajikstan (TJ), US Minor Outlying Islands
(UM), Mayotte (YT), Wallis and Futuna
Islands (WF), Tokelau Islands (TK), Chad
Republic (TD), Afghanistan (AF), Cocos
Island (CC), Bouvet Island (BV), Liberia
(LR), American Samoa (AS), Niue (NU),
Equatorial New Guinea (GQ), Bhutan (BT),
Pitcairn Island (PN), Palau (PW), DR of
Congo (CD).
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1998
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Tecnologie: E-Commerce, Portali (il portale
é la pagina che viene caricata
automaticamente dal browser all’avvio.
Permette un accesso selezionato ad alcuni
siti di servizi e informazioni).
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Suffissi internazionali registrati: Nauru
(NR), Comoros (KM)
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UNO SGUARDO AL FUTURO
Navigare con il cellulare
E’ il Nokia 7110, il primo telefonino predisposto a
navigare in Rete e non solo quindi per chiacchierare. Sulla
scia della finlandese Nokia sono già nati progetti di Bell
Atlantic, France Telecom, Motorola, Tim, Omnitel, Toshiba e
Sony per la connessione in qualsiasi momento in qualsiasi
parte del mondo. Il telefonino del futuro sarà leggero,
satellitare ed in grado di collegarsi a Internet, ma la sua
diffusione non avverrà prima del 2005. I motivi
principalmente sono due: uno tecnico, uno commerciale. Ai
cellulari arrivano 14 mila caratteri al secondo, mentre i
modem fissi corrono a 56 mila ed è già un valore poco
sufficiente. In secondo luogo, si contrappongono due sistemi
di codifica: Windows CE della Microsoft voluto dagli
americani ed il progetto Symbiam di Nokia ed Ericsson
europee. Intanto, dal Giappone e dagli Stati Uniti arriva
l’Universal Mobile Telecommunications System, un
sistema senza fili a che spara, a frequenze superiori ai 2
gigahertz, 125 pagine sul cellulare in qualsiasi momento. In
Europa, l’attesa è per il 2005.
Per accendere il modem, inserire la presa
Se il collegamento telefonico è troppo lento, esiste
un’alternativa: far correre ad impressionante velocità
i contenuti web sulle migliaia e migliaia di chilometri di
cavi elettrici. La tecnologia “terminale
d’utente”, consente di collegare il personal
alla più vicina cabina elettrica via cavo e da questa,
attraverso la fibra ottica, fino al provider. Il sistema,
già sperimentato a Manchester e a Milano con risultati
positivi, presenta notevoli vantaggi: mentre si naviga, la
linea telefonica rimane libera, mentre i costi diminuiscono
esponenzialmente. La velocità di connessione, condizione più
importante per i navigatori, è superiore al megabit al
secondo, venti volte superiore alla velocità supportata da
un modem a 56 Kbps. I dati in uscita dal computer, per fare
in modo che non vi siano interferenze sulla linea, vengono
modulati alla frequenza di 1 Mhz. Al contatore va applicato
un piccolo dispositivo di ricezione da connettere attraverso
un normale cavetto al personal. L’interfaccia di
connessione si chiama Dpl 100, mentre per navigare si avrà
bisogno di una scheda e di un software di comunicazione.
La nuova rete del Garr per la comunità
scientifica
Nel 1997 è nato il progetto di rete a larga banda denominato
Garr-b (Garr broadband), con lo scopo di formare una
infrastruttura nazionale e internazionale per la formazione
universitaria e la ricerca scientifica e tecnologica. Il
progetto si evolverà nell’arco di tre anni, partendo
da un’infrastruttura iniziale a 34 Mbps, per arrivare
ai 155 Mbps e successivamente ai 622 Mbps e oltre. Alla rete
accederanno tutte le università e gli Enti di ricerca
italiani e si collegheranno con le reti a larga banda
esistenti in ambito europeo e nordamericano. In seguito ad
intese governative, il progetto renderà le infrastrutture a
larga banda disponibili anche per gli organismi pubblici di
ricerca di base che non sono coordinati dal Murst e a
gestori di altre reti della Pubblica Amministrazione. La
rete dovrà dare servizi a una comunità di circa due milioni
di utilizzatori, tra docenti, ricercatori, studenti,
frequentatori di biblioteche pubbliche, superando il limite
attuale che, per esempio, permette un uso medio di mille
megabit al secondo per utilizzatore se duemila persone usano
contemporaneamente lo stesso collegamento internazionale.
Iniziative analoghe sono attive in tutta Europa, come il
progetto Superjanet inglese, la rete scientifica tedesca
Win, la rete a larga banda Renater II francese o la rete
olandese Surfnet.
(da PCWeek Italia, 26/6/98)
Internet 2 pronta al lancio
Mentre in Italia Internet ha iniziato il periodo di crescita
intensiva solo da poco tempo, in America già dallo scorso
anno si è concretizzato un progetto per far nascere la Rete
delle Reti di seconda generazione. Internet 2 è nata da
un’idea dell’Ucaid, University corporation for
advanced Internet education, ed è sviluppata
nell’ambito di Next generation Internet (Ngi),
iniziativa del governo federale degli Stati Uniti che studia
tecnologie ed applicazioni per il supporto alla ricerca e
all’educazione. E’ frutto di uno sforzo di
collaborazione tra più di 120 università americane, il
governo degli Stati Uniti e vati partner industriali, per
sviluppare tecnologie di rete avanzate. I principali
obiettivi di Ngi e Internet 2 sono quelli di condurre
ricerca e sviluppo nelle tecnologie di rete avanzate
end-to-end riguardo a robustezza, affidabilità, sicurezza,
qualità e differenziazione dei livelli di servizio. A tale
proposito sono stati individuati due testbed: il primo, il
100x, connetterà 100 siti universitari, istituzioni federali
e altri partner di ricerca ad una velocità end-to-end 100
volte superiore a quella dell’Internet attuale; il
secondo, il 1000x, collegherà circa 10 siti assicurando
prestazioni end-to-end 1000 volte maggiori di quelle
odierne. Attraverso Internet 2 sarà possibile secondo gli
esperti trasmettere il contenuto dell’intera
enciclopedia britannica in meno di un secondo. Le iniziative
congiunte di Internet 2 e Ngi promuoveranno una nuova
generazione di tecnologie di rete, come quelle che stanno
emergendo oggi per la gestione di segnali in tempo reale, la
videoconferenza ad alta qualità e il collaborative working,
che richiedono una larghezza di banda molto superiore
rispetto a quella disponibile attualmente. Le applicazioni
sono molteplici: potranno essere meglio supportate la
ricerca scientifica e le strutture di sicurezza nazionale,
l’educazione a distanza e il monitoraggio ambientale,
le cure sanitarie e la ricerca biomedica. Nel decennio
scorso molte realtà diverse, come le Agenzie governative
federali, la comunità scientifica e le aziende private,
hanno lavorato congiuntamente per sviluppare la maggior
parte delle attuali tecnologie Internet, creando una realtà
industriale da molti miliardi di dollari, che inizialmente
era di esclusiva proprietà del governo federale americano,
mentre adesso è pubblica e aperta al libero mercato. Con
Internet 2 gli Stati Uniti vogliono ripetere
l’esperimento: l’iniziativa sta rapidamente
coinvolgendo un numero crescente di università, ma anche da
parte delle imprese e dagli Oem del settore della
comunicazione si guarda al progetto come sede ideale per lo
sviluppo e la sperimentazione di sistemi di nuova
generazione. Mentre è stata recentemente installata in
Europa la Ten-34, una rete fondata dall’Unione Europea
che viaggia a 34 Mbps e che raggiungerà a breve termine la
velocità di 155 Mbps, Internet 2 opererà invece a 2,4 Gbps,
su reti Sonec Oc 48.
(da PCWeek Italia, 26/6/98)
Le critiche a Internet 2: la velocità a quale
prezzo?
Il futuro della grande rete, voluto dal governo degli Stati
Uniti, in collaborazione con 150 università americane e
grandi aziende delle telecomunicazioni e
dell’informatica, non è ben accetto dagli utenti. Per
poter fare entrare la larga banda nelle case, possono essere
usati i cable-modem che digitalizzano le esistenti reti di
tv via cavo o i supermodem X-Dsl che sono in grado di
accelerare la trasmissione sul normale doppino telefonico.
Entrambe le soluzioni snaturano però il concetto originale
di Internet e della sua architettura aperta, che ha portato
al successo nel mondo la ragnatela. Il collegamento via cavo
fa capo ad un solo fornitore di servizio che diventa quindi
anche un Internet provider e nello stesso tempo il fornitore
dei contenuti. In pratica, all’accesso ad Internet
verrà fornito un pacchetto di contenuti ad accesso veloce,
che stravolgerebbe il concetto di eguaglianza che regna oggi
sulla rete, imponendo percorsi ben precisi. Il futuro è una
rete più veloce ma più chiusa rispetto alla precedente, che
sembra già compromesso dalle leggi del mercato. Gli utenti
americani infatti, avanguardia degli utenti Internet del
mondo, non sembrano preferire la nuova soluzione e solo il
due percento ha optato per i cable modem e per l’alta
velocità.